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Sono sempre stato convinto di una cosa: l'onestà non ha colore della pelle né luogo di nascita. Non è una condizione intrinsecamente correlata al ceto sociale, seppur condizionata fortemente dal contesto di riferimento. Quando sento dire che al Sud ci sono solo mariuoli e oltre il Garigliano si lavora e si produce (lo dicono ancora, eh) sorrido e nemmeno mi arrabbio più, semplicemente abbandono la discussione per evidente impossibilità di dialogo. Ora che, per volontà del premier di Matteo Renzi, Raffaele Cantone, il magistrato napoletano (oddio, è napoletano!) capo dell'Autorità nazionale anticorruzione, seguirà anche gli appalti dell'Expo 2015 di Milano, dopo lo scandalo tangenti, un altro sorriso, beffardo, è però inevitabile. Un delizioso contrappasso per quei leghisti che da anni vanno blaterando, nonostante i Belsito e i Bossi-Trota presunte superiorità moral-geografiche. Il governatore regionale Roberto Maroni ha già fatto buon viso: «Conosco Raffaele Cantone, è una buona scelta». Dovrà parlarne coi tanti suoi compagni di partito convinti che l'onestà passi per la cartina geografica.
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