Ex vigilessa uccisa, la comandante della polizia locale: “Mai visto Gualandi pulire l’arma”
"Non ho mai visto Gualandi pulire l'arma in ufficio". A dirlo è stata la comandante della polizia locale di Anzola Silvia Fiorini, quando è stata sentita a verbale in seguito alla morte di Sofia Stefani, l'ex vigilessa di 33 ani uccisa da un colpo di pistola sparato dall'arma di ordinanza dell'ex comandante Giampiero Gualandi.
Il 62enne è attualmente in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato. Il 16 maggio i due, che avrebbero avuto una relazione, si sono trovati nell'ufficio di Gualandi. Secondo la versione fornita dal 62enne, tra loro ci sarebbe stata una colluttazione e sarebbe partito un colpo per errore dalla pistola che aveva con sé perché doveva pulirla.
Una versione a cui però la Procura e il Giudice per le indagini preliminari che ha disposto la custodia cautelare non hanno creduto. Nell'audizione, la comandante ha spiegato di non aver mai visto Gualandi – a sua volta ex comandante del reparto e adesso in servizio come commissario capo – con l'arma in mano.
"Da pochi mesi aveva ottenuto una certificazione per cui era esonerato dai servizi esterni", ha riferito Fiorini. Lavorava quindi in ufficio, ma la pistola gli era rimasta: non è prevista una revoca, in questi casi. "Il nostro regolamento però – ha spiegato la comandante agli investigatori – prevede che i nostri servizi interni non debbano essere armati. Solitamente ciascun agente si esercita almeno una o due volte l'anno".
Fiorini ha definito "anomalo", rispondendo a una domanda, il fatto che l'indagato abbia pulito l'arma in ufficio: "Le ultime esercitazioni ci sono state a novembre e le armi dovrebbero essere state pulite in poligono". Non svolgendo servizi esterni, Gualandi non doveva portare l'arma, a norma di regolamento, "e pertanto non ravviso la necessità di una pulizia estemporanea". "Non so – ha aggiunto la comandante – se avesse la capacità di maneggiare l'arma in termini di smontaggio e rimontaggio per pulirla".