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Ex suore denunciano il gesuita Marko Rupnik: “Abusi sessuali e psichici. Costrette a rapporti a tre”

Due ex suore della Comunità di Loyola, presunte vittime del gesuita Marko Rupnik, hanno raccontato gli “abusi di coscienza, di potere, spirituali, psichici, fisici e spesso anche sessuali” subiti per tanti anni. Si chiamano Gloria Branciani e Mirjam Kovac e hanno deciso di denunciare apertamente le violenze in una conferenza stampa organizzata presso la Federazione nazionale della stampa italiana, a Roma: “Abbattere il muro di gomma”.
A cura di Eleonora Panseri
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Due ex suore della Comunità di Loyola, presunte vittime del gesuita Marko Rupnik, hanno deciso di raccontare gli anni di "abusi di coscienza, di potere, spirituali, psichici, fisici e spesso anche sessuali" subiti. Si chiamano Gloria Branciani, italiana di 60 anni, e Mirjam Kovac, slovena di 62, e oggi, mercoledì 21 febbraio, hanno deciso di venire allo scoperto e denunciare apertamente le violenze in una conferenza stampa organizzata presso la Federazione nazionale della stampa italiana, a Roma.

Le due donne hanno chiesto alla Chiesa di far cadere il "velo di omertà" che è stato messo davanti alla figura del potente ex padre spirituale sloveno. Presente anche la co-direttrice di Bishoaccountability.org, Anne Barret, che ha paragonato Rupnik a Marcial Maciel Degollado e Thodore McCarrick, due alti prelati abusatori coperti per anni dalle gerarchie ecclesiastiche.

Una delle presunte vittime: "Plagiata e costretta a rapporti sessuali a tre"

Branciani durante l'incontro ha descritto con molta precisione "il contesto abusante" che Rupnik avrebbe creato nella Comunità. Dopo una serie di approcci in veste di padre spirituale, sarebbe riuscito nel tempo a plagiarla al punto da costringerla "a rapporti sessuali, anche a tre". "A un certo punto mi disse che sentiva nella preghiera che il nostro rapporto non era esclusivo ma doveva essere a immagine della Trinità, quindi dovevamo invitare un'altra sorella a vivere sessualmente con noi. Addirittura per convincermi a dei veri rapporti pornografici – ha detto l'ex religiosa – cominciò a portarmi in due sale cinematografiche di Roma, sulla Salaria e sulla Nomentana, e si vedeva che lui era un habituè di questi posti".

Le due presunte vittime hanno inoltre chiesto di essere ascoltate, rivolgendosi direttamente a Papa Francesco: "Finora ci siamo trovate davanti a un muro di gomma. Che il muro si sgretoli, il Papa non riduca noi e tutte le altre vittime al silenzio". Secondo Mirjam e Gloria, le donne coinvolte negli abusi all'interno della comunità sarebbero almeno "una ventina" su un totale di 40 membri. "Rupnik – ha spiegato Gloria – è stato in grado di manipolare molte persone attorno a sé, creando una rete di contesto molto ampia".

“Mi sono perdonata e ho perdonato Rupnik molti anni fa, altrimenti non sarei andata avanti con la mia vita”, ha detto ancora la donna, “ma mi attendo un riconoscimento pubblico da parte delle autorità ecclesiastiche di tutto il male che io e le altre abbiamo subito. La gestione fin dall’inizio non è stata trasparente, noi speriamo che la nostra testimonianza stimoli una maggiore trasparenza”.

Il Papa ha chiesto al Dicastero per la Dottrina della Fede di esaminare il caso di Marko Rupnik

A ottobre Papa Francesco ha chiesto al Dicastero per la dottrina della fede di riaprire il fascicolo che era stato archiviato e di riesaminare il ‘caso Rupnik'. E anche oggi la sala stampa vaticana ha confermato che "negli scorsi mesi, a seguito dell'incarico ricevuto dal Papa a fine ottobre, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha contattato le istituzioni coinvolte a diverso titolo per ricevere tutte le informazioni disponibili relative al caso".

Inoltre, sempre la sala stampa ha annunciato che "dopo avere allargato il raggio della ricerca a realtà non precedentemente contattate e avendo appena ricevuto gli ultimi elementi in risposta, si tratterà ora di studiare la documentazione acquisita per poter individuare quali procedure sarà possibile e utile implementare". Insomma, Rupnik potrebbe finire a processo nel foro canonico, anche se "il rischio della prescrizione c'è", ha evidenziato l'avvocato delle due ex religiose presente all'incontro, Laura Sgrò, dato che i fatti che gli vengono attribuiti risalgono agli anni '80 e '90.

Chi è Marko Rupnik

Come ricorda Repubblica, Marko Ivan Rupnik, 69 anni, è un sacerdote sloveno che fino a poco tempo fa era alla guida del centro Aletti, a Roma, casa di spiritualità e atelier di mosaici. A dicembre 2023 però sono emersi alcuni abusi denunciati da diverse donne nel corso degli anni, da quando, a inizio degli anni Novanta, il gesuita era il padre spirituale della comunità religiosa femminile Loyola, in Slovenia. Poi era stato trasferito a Roma all’epoca di Giovanni Paolo II ed era arrivato alla guida dell'atelier.

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