Ex Gasometro di Bari, dal degrado alla rinascita: storia di uno dei progetti più innovativi d’Europa
Da luogo di morte e degrado a polmone verde della città. La storia dell'ex Gasometro di Bari, che per decenni ha prodotto gas per tutta la provincia, è anche quella della rinascita di un intero quartiere, il Libertà, che, dopo anni di inquinamento e di abbandono, attraverso una profonda opera di bonifica realizzata grazie ai fondi europei, è riuscito a ritrovare il sorriso e la speranza. Lì dove fino a poco fa sorgeva l'insediamento industriale, che ha contaminato il suolo e le falde acquifere cittadine mettendo in pericolo la salute umana e quella ambientale, sorgerà a breve un parco urbano, con aree dedicate allo sport e al divertimento dei bambini. Ecco, allora, tutto quello che c'è da sapere su uno dei progetti più innovativi del Sud Italia, simbolo di speranza per il futuro dell'intero Paese.
Nascita e chiusura del Gasometro di Bari
Il Gasometro di Bari fu costruito prima degli anni Sessanta nel cuore del quartiere Libertà, in zona corso Mazzini. Si trattava di un'area da 20mila metri quadrati, che però risultò ben presto contaminata da metalli, idrocarburi e altre sostanze nocive, tra cui l'amianto e altri materiali che analisi successive hanno confermato aver inquinato anche la falda acquifera sottostante, a causa del carbon fossile che veniva distillato per la produzione di gas della città. La fabbrica è rimasta in funzione fino al 1968. Dopo la chiusura, è cominciata una lenta opera di dismissione delle strutture negli anni Ottanta, lasciando l'intero quartiere che le ospitava in uno stato di profondo degrado e senza aree verdi disponibili.
L'apertura dei cantieri e il ruolo di Maria Maugeri
Dopo circa 20 anni di silenzi, nel 2011 è aperto il cantiere per completare i lavori nell'area dell'ex Gasometro di Bari. Gli interventi sarebbero dovuti durare due anni, ma hanno subito continui ritardi fino alla definitiva interruzione nel 2015, quando la ditta vincitrice dell’appalto decise di lasciare il cantiere, dal momento che nel corso dei lavori era stata riscontrata la presenza di altri manufatti in amianto su vaste aree come ad esempio le fondamenta di due dei tre gasometri esistenti e una maggiore contaminazione della falda sotterranea. Poi, nel 2016 l'opera di bonifica è stata ripresa grazie ai fondi europei e all'impegno di una donna, Maria Maugeri, all'epoca consigliera comunale in quota Pd, che aveva fatto della lotta all'inquinamento cittadino una delle sue battaglie personali e politiche. Già dal 2004, quando fu nominata assessore all'Ambiente nella giunta Emiliano, fu chiaro il suo impegno, prima con Fibronit, poi con Torre Quetta, e infine con l'ex Gasometro . Tuttavia, Maria non è riuscita a vedere completato il progetto di rinascita del sito industriale al Libertà: è morta nel 2016 a 58 anni dopo una lunga malattia. Quell'anno, l'Arpa Puglia ha confermato il raggiungimento degli obiettivi di bonifica dei terreni, con la rimozione in sicurezza di ingenti quantitativi di terreni inquinati da idrocarburi, metalli pesanti e anche da amianto.
La ripresa dei lavori e il progetto di parco urbano
Terminati definitivamente i lavori di bonifica del terreno sul quale sorgeva l'ex Gasometro, a marzo 2018 è stato presentato il progetto esecutivo del parco urbano che sorgerà nel quartiere Libertà e che potrebbe vedere la luce già nel 2020. L'intervento è stato finanziato dal Bando periferie del Governo per un totale di 2 milioni di euro: l'elemento predominante sarà il verde, luogo di divertimento, di socializzazione e di incontro tra generazioni. È prevista anche la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale, con pavimentazione autobloccante drenante con masselli colorati, e quella di spazi per il fitness, il free climbing e il parkour. L'area giochi per bambini, che si estenderà per circa 420 mq, è stata progettata secondo le normative vigenti con pavimentazione antitrauma, ed è stata concepita per essere accessibile anche ai bambini con disabilità.