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Evaso dal carcere di Perugia un ergastolano: in corso le ricerche

Un ergastolano italiano, il trentottenne Domenico D’Andrea condannato per omicidio, è evaso oggi dal carcere di Perugia. Sono attualmente in corso le ricerche del detenuto da parte di tutte le forze di polizia. Impegnata anche la polizia penitenziaria. Il detenuto stava lavorando nell’area all’esterno del carcere.
A cura di Susanna Picone
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Un detenuto italiano è evaso dal carcere di Perugia. Si tratta di un ergastolano secondo quanto denuncia il Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe. Domenico D’Andrea, napoletano di 38 anni, stava scontando l’ergastolo per l’omicidio di Salvatore Buglione, l’edicolante del Vomero ucciso da una banda di giovanissimi in una rapina nel 2006. Sono in corso le ricerche da parte di tutte le forze di polizia, in particolare nella zona di Capanne dove si trova la struttura detentiva. Nelle ricerche del detenuto è impegnata anche la polizia penitenziaria.

Detenuto evaso lavorava in area esterna al carcere – Secondo una prima ricostruzione, il detenuto stava lavorando nell'area all'esterno del carcere di Perugia usufruendo dell'articolo 21 dell'ordinamento penitenziario. Quanto successo è ora al vaglio degli inquirenti. Appena si sono accorti della sua assenza, gli agenti hanno dato l'allarme ed è scattata la caccia all'uomo. Tra le ipotesi quella che l'uomo possa avere scavalcato le reti di recinzione dell'area dove lavorava ed era alloggiato. Sono comunque ancora in corso le ricerche anche nel perimetro interno del complesso di Capanne.

"L'uomo era ammesso al lavoro ai sensi dell'articolo 21 dell'Ordinamento penitenziario nell'area esterna del carcere ed ha colto l'occasione per fuggire, presumibilmente, scavalcando una cinta bassa, vista anche l'esiguità del personale presente nei servizi esterni – spiega Fabrizio Bonino, segretario nazionale Sappe per l'Umbria – Una evasione frutto della superficialità con cui sono state trattate e gestite le molte denunce fatte dal sindacato sulle condizioni di sicurezza dell'istituto". "Adesso è prioritario catturare l'evaso – ha aggiunto Donato Capece, segretario generale del Sappe – ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del carcere di Capanne. Nel 2020 si sono verificate nelle carceri italiane 81 evasioni da istituti penitenziari, 15 da permessi premio, 3 da lavoro all'esterno, 8 da semilibertà e 13 mancati rientri di internati. Serve un potenziamento dell'impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell'ambito dell'area penale esterna e dei presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l'Esecuzione Penale esterna – per farsi carico dei controlli sull'esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all'esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria".

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