Evasione fiscale da 4 milioni per l’azienda di borse O bag: cosa sta succedendo
La O Bag, lazienda di Campodarsego che produce borse personalizzate, è finita al centro di un’indagine della Guardia di Finanza di Padova. Eseguito un sequestro preventivo di beni per 4 milioni di euro a conclusione di un’ indagine che vede 5 indagati (soci e/o amministratori pro-tempore). Il sospetto è quella di una frode fiscale. Secondo le Fiamme Gialle, attraverso un sistema di pagamento di royalties in Inghilterra, i soci e amministratori della società operante nel campo della produzione e commercializzazione di borse e articoli per la moda avrebbero nascosto al fisco oltre 14 milioni di euro, attraverso una triangolazione tra Inghilterra e isole Cayman. L’accusa mossa dalla procura di Padova è "emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti".
Le indagini
L’indagine nasce da una contesa sorta tra alcuni ex soci. Nell'effettuare alcuni controlli i finanzieri si sono accorti delle irregolarità fiscali, dando così il via agli accertamenti. “L’espediente fiscale ha permesso alla società di dedurre, nelle annualità d’imposta dal 2012 al 2016, costi per royalties non dovute per un importo pari a 16,6 milioni di euro, con un’evasione complessivamente quantificata di oltre 4 milioni di euro”, spiega la Guardia di finanza.
La O Bag, azienda con 358 negozi nel mondo
Lo sviluppo di O Bag, capace di far lievitare il fatturato a 100 mila euro in pochi anni, con 358 punti vendita nel mondo, è cominciato nel 2012, con apertura di negozi nelle principali città italiane e del mondo. Tutti gli prodotti sono pensati per essere composti con accessori intercambiabili. La rete O bag store è presente ora a Barcellona, Bruxelles, Vienna, Mosca, Miami, Boston, Washington e in Cina nelle maggiori capitali turistiche come Shangai e Pechino.
AGGIORNAMENTO
L’8 marzo, il Tribunale di Padova, presso il quale i fondatori dell’azienda Michele Zanella e Simone Dalla Libera e l’Amministratore Arnaldo Quaglia avevano subito presentato ricorso, ha annullato il decreto emesso dal Gip di Padova il 9 febbraio e deciso il dissequestro e la restituzione di tutto quanto in sequestro.
“Sono molto contento che i Giudici del Tribunale del riesame di Padova abbiano accolto la nostra domanda di ricorso. Presumo non sia stato facile per loro analizzare una storia così intensa di sviluppo e di azioni commerciali di una start-up di soli 10 anni qual è O bag”, ha commentato Michele Zanella. “Sarà difficile per noi dimenticare le umiliazioni subite in questi ultimi giorni, ma continueremo a guardare avanti, a testa alta, assieme a tutto il gruppo di lavoro che anche in questi momenti ha dimostrato di credere nei nostri valori di trasparenza e legalità. Quindi il mio pensiero va ai 450 dipendenti di O bag che dopo un anno come questo, colpito dalla pandemia, continuano a sostenere e a spingere l’azienda verso il suo progetto di consolidamento internazionale e di digitalizzazione”.