Evan, ucciso di botte a 2 anni: il compagno della madre capace di intendere per la perizia psichiatrica
È stato dichiarato capace di intendere e volere Salvatore Blanco, compagno della madre di Evan Lo Piccolo, il bimbo di quasi due anni morto all'ospedale di Modica, in Sicilia, il 17 agosto 2020 in seguito alle percosse ricevute in casa. È quanto emerge dalla perizia psichiatrica a cui l'uomo è stato sottoposto, così come richiesto l'8 ottobre scorso nel corso dell’udienza che si è tenuta in corte d’Assise a Siracusa. Si ricordi che nel processo per il decesso del bambino, oltre a Blanco, è coinvolta anche la mamma della giovane vittima, Letizia Spatola, 24 anni, rinviata a giudizio, e agli arresti domiciliari, con l’accusa di omicidio.
Nelle conclusioni del perito, appena notificate e che Fanpage.it ha avuto la possibilità di visionare, si legge che "si ritiene Salvatore Blanco, affetto da pregresso disturbo psicotico breve, che da circa 5 anni a oggi si configura in remissione, in grado di partecipare coscientemente al processo", Inoltre, è specificato ancora nel testo, "dal dicembre 2019 all'agosto 2020, arco temporale in cui si sarebbero verificati i fatti di cui è imputato, si ritiene fosse totalmente capace di intendere e di volere per l'assenza di alterazioni psicopatologiche tali da configurare una infermità psichica rilevante ai fini forensi". Prossimo appuntamento in aula è il 7 gennaio, quando verrà sentito lo psichiatra.
"Questo è soltanto un primo passo per arrivare ad avere giustizia. Il processo deve ancora iniziare e sarà lungo. Ma spero che chi ha sbagliato paghi fino all’ultimo centesimo il suo conto con la giustizia", è il commento rilasciato a Fanpage.it da Stefano Lo Piccolo, papà di Evan e assistito dall’avvocato. Federica Tartara e dalla criminologa Anna Vagli. Il bambino morì all'ospedale di Modica, in Sicilia, il 17 agosto 2020. In ospedale il piccolo era arrivato in condizioni disperate. Secondo il referto medico legale, Evan sarebbe morto per un arresto cardiocircolatorio dovuto a una forma di broncopolmonite collegata alle ripetute lesioni e ai maltrattamenti subiti dalla mamma e dal compagno nella casa di Rosolini nella quale si trovavano. Aveva costole rotte, una frattura allo sterno oltre ad altre lesioni pregresse.