Eternit di Bagnoli, il figlio di una vittima scrive a Napolitano
L'Osservatorio Nazionale Amianto ricorrerà alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo per l'Eternit di Bagnoli, dimenticata dalla giustizia italiana per la seconda volta, dopo l'esclusione in primo grado. Una mossa veloce, a ridosso della sentenza-choc della Cassazione, che l'avvocato Ezio Bonanni ha messo in campo subito. Intanto, Pasquale Falco, assistito dall'avvocato Bonanni, ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Pasquale non riesce a spiegarsi come il sostituto procuratore della Cassazione Iacoviello abbia potuto asserire che "il giudice tra diritto e giustizia deve sempre scegliere il diritto". Una sentenza che ha "ammazzato per la seconda volta" il padre Luigi, morto nel 2012, a ridosso della sentenza di primo grado che escludeva il sito di Bagnoli, a Napoli, per prescrizione. In secondo grado, aveva visto riaffermarsi la giustizia. Ma il pronunciamento della Cassazione ha mandato di nuovo nella prostrazione tante famiglie che hanno visto i loro cari ammazzati dal terribile tumore dell'amianto, il mesotelioma, e dall'asbestosi. Una lettera scritta in punta di diritto, ma commentandola Pasquale, che ha ingaggiato la sua lotta anni fa e per questo è entrato nell'Osservatorio Nazionale Amianto, non nasconde l'amarezza: "E' un ennesimo tentativo – spiega – Ma non nascondo di essere piuttosto sfiduciato. E' un ennesimo tentativo doveroso: mio padre, nonostante fosse gravemente malato, è stato testimone nel processo Eternit e si è battuto fino agli ultimi giorni di vita per la giustizia. Lo devo a lui e a mio nonno, lo devo ai tanti che sono morti per la fibra mortale. Ecco uno stralcio della sua lettera:
"Nel corso della sua requisitoria, il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. Francesco Iacoviello, è stato un errore contestare il reato di disastro perché questo tipo di accusa non sarebbe sostenuta dal diritto e ha fatto riferimento all’esempio del crollo di una casa, mentre nel caso di disastro per amianto, per via della lunghissima latenza del mesotelioma e delle altre patologie, non può essere considerata sussistente la permanenza e quindi il reato deve intendersi prescritto e quindi sarebbe conforme al diritto anche se difforme a giustizia assolvere il magnate svizzero Sig. Schmidheiny Stephan Ernest.
Queste tesi errate in fatto e in diritto sono state contestate dall’Avv. Ezio Bonanni, uno tra i difensori di parte civile, in quanto il fenomeno epidemico è ancora in corso e giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, le vittime, compresi coloro che abitavano nei dintorni dei 5 stabilimenti di Eternit Italia continuano a morire e per il fatto che le bonifiche non sono state ancora ultimate (diversamente da quanto sostenuto dal Sostituto Procuratore Generale).
La Corte di Cassazione, prima sezione penale, nonostante la correttezza della sentenza di primo e di secondo grado, e la mole delle prove poste a fondamento della condanna dell’imputato a 18 anni di reclusione, ha accolto le tesi del Procuratore Generale e quindi ha ritenuto prescritto il reato di disastro.
Poiché nel corso della sua requisitoria il Sostituto Procuratore Generale ha sostenuto che l’imputato è certamente colpevole ma va esattamente qualificata la sua condotta dal punto di vista giuridico, il sottoscritto, in qualità di vittima dell’amianto per aver perso il padre e il nonno, entrambi dipendenti di Eternit Bagnoli, e poiché il padre Sig. Falco Luigi è deceduto per mesotelioma in data 20.02.2012, e quindi in assenza di prescrizione per il reato di omicidio colposo ex art. 589 c.p. (a meno che non si voglia ipotizzare l’omicidio volontario), lo scrivente si permette rivolgere un
appello al Sig. Presidente della Repubblica affinchè, anche in qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, verifichi se sia conforme a diritto oltre che a giustizia l’assoluzione per prescrizione del reato (che quindi è stato commesso) del Sig. Schmidheiny Stephan Ernest, e al tempo stesso, alla luce delle parole del Procuratore Generale Dott. Iacoviello, rivolge appello affinchè, tenendo presenti gli atti di denuncia del sottoscritto e centinaia di altri familiari di vittime dell’amianto, dipendenti di Eternit Italia, vengano accertate le eventuali responsabilità penali per l’ipotesi di omicidio. Riserva di ricorrere alla Corte Europea per i diritti dell’uomo avverso la sentenza assolutoria per prescrizione pronunciata dalla Suprema Corte di Cassazione, per il fatto che ben diversamente da quanto ritenuto, il fenomeno epidemico è ancora in atto, rimettendosi comunque fiducioso alle istituzioni affinchè venga resa giustizia ai morti per amianto causati dalle attività degli stabilimenti Eternit in Italia".