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Esultò col saluto romano a Marzabotto: il calciatore (indagato) sale di categoria

Accusato di apologia del fascismo, il calciatore che a Marzabotto ha esultato col saluto romano è in attesa di giudizio della Procura federale. Ma intanto Eugenio Luppi passa dal Futa 65 al Borgo Panigale, ovvero sale dalla 2a categoria alla Promozione, e torna a giocare.
A cura di Susanna Picone
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Eugenio Maria Luppi, calciatore diventato famoso non tanto per la sua bravura e i suoi gol ma per l’esultanza col saluto romano e una maglietta col tricolore della Repubblica sociale italiana a Marzabotto, torna a giocare. E torna a giocare in una squadra di una categoria superiore alla precedente. Insomma il calciatore, dopo quell’esultanza col braccio teso, per il momento non è stato punito ma ha ottenuto una promozione. Luppi è stato ceduto dal Futa 65 Loiano-Monghidoro (Seconda categoria bolognese) al Borgo Panigale, squadra del Bolognese che disputa il campionato di Promozione. Già domenica il calciatore potrebbe giocare dato che la sua esultanza col saluto romano non è stata riportata nel referto arbitrale. Il giocatore e il suo ex club sono sempre in attesa della sentenza da parte della procura federale della Figc. Dopo il gesto a Marzabotto, Luppi è stato denunciato per apologia del fascismo e sospeso a tempo indeterminato dal Futa 65. Per i gesti compiuti il calciatore rischia una squalifica, probabilmente molto lunga.

Il calciatore aveva tentato di difendersi dopo l’episodio di Marzabotto – Dopo l’episodio di Marzabotto – considerato un vero e proprio insulto in un luogo che è stato teatro di una delle più cruente stragi compiute dai nazifascisti – Luppi aveva tentato di difendersi e, in una breve intervista, aveva dichiarato di essere stato male interpretato e di non aver fatto nessun saluto romano. A suo dire, il braccio non era teso ma stava semplicemente salutando. Ma la sua esultanza è stata condannata da più parti. “Il fascismo è un reato, non una semplice opinione, chiediamo alla società calcistica e all’atleta di venire al Sacrario dei Caduti e chiedere pubblicamente scusa. Non possiamo archiviare episodi di questo tipo come semplici ragazzate, perché crediamo che il calcio debba essere portatore di valori come il rispetto e l’amicizia”, aveva commentato tra gli altri l’Anpi. I dirigenti della squadra in cui era tesserato il giocatore si erano detti estranei al fatto, si erano scusati e avevano subito sospeso il giovane.

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