Estradato Rocco Morabito, il boss della ‘ndrangheta è in Italia: deve scontare 30 anni di reclusione
Rocco Morabito è in Italia. Il boss della ‘ndrangheta, considerato uno dei più importanti trafficanti internazionali di droga al mondo, è atterrato questa mattina all'aeroporto di Roma – Ciampino estradato dal Brasile, dove era stato arrestato il 25 maggio dello scorso anno dalla polizia federale brasiliana nel corso di un'operazione congiunta con i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Reggio Calabria, supportati dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia – progetto I-CAN e dalle agenzie statunitensi DEA e FBI.
L'arresto in Brasile era stato fatto in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura generale di Reggio Calabria, diretta da Gerardo Dominijanni. Morabito, 56 anni, deve scontare una pena definitiva di 30 anni di reclusione per reati in materia di stupefacenti.
Il boss della ‘ndrangheta era inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del "Programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Rocco Morabito fu localizzato a João Pessoa mentre era insieme ad un altro latitante di ‘ndrangheta, Vincenzo Pasquino, a sua volta ricercato dal Comando provinciale di Torino dei carabinieri che stavano conducendo indagini parallele coordinate dalla Procura distrettuale del capoluogo piemontese, diretta da Anna Maria Loreto.
Morabito, legato da vincoli di parentela con il noto esponente di vertice della ‘ndrangheta Morabito Giuseppe Tiradritto, è stato al centro di una complessa vicenda investigativa: arrestato nel settembre 2017 in Uruguay dopo 23 anni di latitanza, il 24 giugno 2019 era riuscito ad evadere da un penitenziario di Montevideo, quando era in attesa di estradizione verso l’Italia. Da quel momento se ne erano perse le tracce.
Poi la svolta nel maggio 2021, quando è stato localizzato a João Pessoa. La rapidità delle procedure di estradizione, che sembravano essersi arenate a causa di un procedimento penale aperto dalla Magistratura di San Paolo nei confronti del boss, è stata resa possibile grazie all’intensa attività di raccordo tra l’Ambasciata d’Italia in Brasile, il Progetto I-CAN e le Autorità brasiliane.
Il Progetto I-CAN, promosso e finanziato dall’Italia attraverso Interpol, ha costituito una rete di 13 Paesi in tutto il mondo per il contrasto alla minaccia globale costituita dalla ‘ndrangheta.