Esplosione Lucca, morta la 26enne incinta rimasta ustionata: il figlio era stato fatto nascere d’ugenza
È morta Debora Pierini, la 26enne rimasta coinvolta nell'esplosione della palazzina a Torre Bassa, frazione di Lucca, avvenuto lo scorso 27 settembre in seguito a una fuga di gas. La giovane, incinta all'ottavo mese di gravidanza, era stata soccorsa in condizioni critiche tanto che il figlio che portava in grembo è stato fatto nascere d'urgenza poco dopo il ricovero all'ospedale Cisanello.
Originaria di Seravezza, Debora Pierini, aveva riportato gravi ustioni su tutto il corpo ed era ricoverata dal giorno dell'esplosione in prognosi riservata al reparto grandi ustionati dell'ospedale di Pisa. Le sue condizioni si sono aggravate negli ultimi giorni fino al decesso sopraggiunto questa questa mattina all'alba. Troppo gravi le ustioni riportate nell’esplosione e nell’incendio dell’appartamento all’interno della villetta a due piani situata sulla strada provinciale che da Lucca si snoda sino a Camaiore, che la donna aveva acquistato con il marito Davide Giracello.
Nell'esplosione sulla quale sta indagando la procura di Lucca, che ha inviato 37 avvisi di garanzia nelle ultime ore, sono morti Luca Franceschi, 69 anni, e la compagna Lyudmyla Perets, di 44. I loro corpi furono estratti dalle macerie dai vigili del fuoco poco dopo il crollo. Salvi per miracolo invece due operai che a bordo di un furgone stavano passando all’ora dell’esplosione davanti alla palazzina di due piani.
Le 37 persone iscritte nel registro degli indagati dalla procura di Lucca appartengono alla «Gesam Reti Spa» e «Gesam Gas & Luce» tra manager e alcuni responsabili tecnici.
“Il sindaco Lorenzo Alessandrini, l'amministrazione comunale e tutta la comunità seravezzina partecipano all'immenso dolore dei genitori e del marito della giovane originaria di Seravezza, rimasta gravemente ustionata nell'esplosione della palazzina in cui viveva a Torre di Lucca – si legge in un post Facebook del comune di Seravezza – l'amministrazione comunale è in costante contatto con i familiari, per comprendere passo dopo passo le esigenze e far fronte a quanto si renderà necessario, anche per il piccolo figlio Dante, nato dopo l'esplosione con un parto cesareo di emergenza”