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Esplosione in fabbrica a Casalbordino, morti 3 operai della Sabino Esplodenti: Fernando, Gianluca e Giulio

L’esplosione nella mattinata di oggi presso la Sabino Esplodenti a Casalbordino, azienda che smaltisce e recupera polvere da sparo. Tre morti: Il 56enne Giulio Romano, proprio di Casalbordino, il 40enne Gianluca De Santis, molisano di Palata, e Fernando Di Nella di Lanciano. Ignote al momento le cause. Nel 2020 un’altra esplosione causò la morte di altri tre operai.
A cura di Antonio Palma
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L'area dell'impianto della Sabino Esplodenti
L'area dell'impianto della Sabino Esplodenti

Gravissimo incidente sul lavoro oggi in una fabbrica di Casalbordino, in provincia di Chieti, in Abruzzo. Una enorme esplosione ha coinvolto operai e dipendenti della Sabino Esplodenti e purtroppo si registrano tre morti e due feriti. Sul posto sono accorse numerose squadre dei vigili del fuoco e ambulanze del 118 e si è proceduto nei soccorsi alle persone colpite e a mettere in sicurezza la zona anche con una squadra di artificieri. Le tre vittime sono tre dipendenti: Il 56enne Giulio Romano, proprio di Casalbordino, il 40enne Gianluca De Santis, molisano di Palata, e Fernando Di Nella di Lanciano. I due feriti non sarebbero gravi. Nello stesso impianto già altre tragedie in passato, avvenute nel 92, nel 2009 e nel 2020.

Al momento le cause dello scoppio alla Sabino Esplodenti di Casalbordino sono ancora in corso di accertamenti ma la ditta si occupa di esplosivi, in particolare di smilitarizzazione delle munizioni. In pratica smaltisce e recupera polvere da sparo da bonifiche di ordigni. Le attuali attività di Esplodenti Sabino sono "la continuazione della lunga storia dell'azienda in campo militare che ha consentito di sviluppare processi produttivi necessari al recupero di materie prime, principalmente esplosivi, metalli e plastiche. Tutti i materiali di scarto vengono restituiti all’economia" recita il sito della società.

L'avvocato del titolare della Sabino Esplodenti ha riferito all'Ansa che l’imprenditore è sgomento e non riesce a spiegarsi l’accaduto, anche alla luce delle precauzioni severissime prese in fabbrica dopo la tragedia del 2020, a seguito della quale il titolare dell’azienda ha risarcito i familiari delle tre vittime. "Resta, allo stato, inspiegabile la causa dell'innesco che ha determinato la dolorosa perdita di tre lavoratori sebbene esperti formati e informati dei rischi connessi allo svolgimento delle loro mansioni" fa sapere all'Ansa l'azienda, aggiungendo: "L'incidente si è purtroppo verificato durante la normale fase di lavorazione di munizionamento, eseguito per conto dell'Agenzia Industrie Difesa, nonostante l'adozione delle cautele e applicazioni più severe previste dalla normativa sulla prevenzione degli infortuni".  "I soci della Esplodenti Sabino, assicurando la più ampia collaborazione della società con l'autorità giudiziaria per l'accertamento delle cause del sinistro, sono vicini ai familiari delle vittime con cui condividevano quotidianamente gli ambienti di lavoro e le attività lavorative e ai quali manifestano la incondizionata solidarietà precisando che per quanto di competenza la società si farà carico di ogni loro esigenza anche attraverso le proprie compagnie di assicurazione" aggiungono dal gruppo.

"L’azienda aveva ricominciato a lavorare dopo uno stop di un anno e mezzo, dovuto proprio all’incidente mortale del 2020. Mi risulta sia tra le poche in Italia a smaltire esplosivi. I controlli sono continui, a quanto mi risulta, i piani di sicurezza e gestione vengono aggiornati ciclicamente. Ora bisogna capire cos’è successo" ha dichiarato a Quotidiano Nazionale il sindaco di Casalbordino, Filippo Marinucci.

Secondo quanto rivelato dai residenti della zona, nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 13 settembre, è stata sentita una forte esplosione in tutta l'area.  Sul posto poco dopo, intorno alle 12.30, sono accorsi i servizi di emergenza e le strade di collegamento alla polveriera di Contrada Termine sono state chiuse. Chiusa al traffico anche la statale 16 nel tratto più vicino all'impianto. Il prefetto ha convocato il Centro Coordinamento Soccorsi per gestire l'emergenza.

"Una esplosione fortissima, ero in giardino, roba da fare venire i brividi tanto che era forte. Si è vista una piccola colonna di fumo dietro la collina e sono suonati gli allarmi" ha raccontato un testimone che è residente in zona. "Ero in spiaggia, si è sentito tutto" ha rivelato un altro. "Ero in mare a Masino e sono saltato dalla barca" è il racconto di un altro. Il boato infatti si è sentito a quasi un chilometro di distanza.

Il precedente incidente alla Sabino Esplodenti
Il precedente incidente alla Sabino Esplodenti

L'azienda era stata già coinvolta in un terribile incidente tre anni fa, nel 2020, quando nel dicembre un'altra esplosione causò la morte di tre operai:  Carlo Spinelli di 54 anni, Paolo Pepe, 45 e Nicola Colameo, 46. Allora la causa fu l'esplosione di una cassetta di razzi di segnalazione per il soccorso in mare che investì gli operai al lavoro. Non è stato però il solo incidente grave. Nella stessa fabbrica nel 1992 era morto il 48enne Bruno Molisani, ucciso dall’innesco di una spoletta e nel 2009 due persone rimasero ferite gravemente in un’esplosione. L'ultimo incidente mortale in Abruzzo che ha riguardato fabbriche o depositi di materiale pirico risale invece allo scorso febbraio quando un uomo morì nell'esplosione di un deposito alle porte di Teramo.

L'ennesimo incidente ha scatenato la rabbia dei sindacati. "È assurdo che uno stabilimento industriale catalogato ‘ad alto rischio' secondo la Direttiva Europea Seveso (e dunque soggetto a severi controlli da parte delle istituzioni) possa registrare due incidenti mortali plurimi in meno di tre anni di distanza l'uno dall'altro. Si accertino subito le responsabilità di questa ennesima strage che si poteva e che si doveva evitare" ha dichiarato il segretario regionale Cgil Abruzzo e Molise Carmine Ranieri.

“L’incidente mortale di oggi, costato la vita a 3 operai, è avvenuto nello stabilimento della Sabino Esplodenti, azienda dove già nel 2020 ci furono tre vittime. Siamo vicini alle famiglie dei 3 lavoratori, e chiediamo che si faccia rapidamente luce sulla dinamica di questa terribile sciagura, che colpisce tutti noi” ha dichiarato invece Giovanni Notaro, Segretario Generale della CISL AbruzzoMolise. “È ora di passare dalle parole ai fatti, non è più giustificabile questo continuo quotidiano macabro rituale dei lavoratori che muoiono andando al lavoro. È ora che le istituzioni di tutti i livelli prendano atto che non può continuare così ed è giunto il momento di istituire per legge il reato di omicidio sul lavoro. Questo sarà per la nostra organizzazione sindacale un impegno costante a tutti i livelli per far cessare una volta per tutte questa vergogna in un Paese che si continua a considerare civile e industrializzato” atatcca invece il segretario generale Uil Abruzzo Michele Lombardo

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