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Esplosione a Calenzano in deposito Eni

Esplosione di Calenzano, la ricostruzione della Procura: “Chiara inosservanza delle procedure”

A causare l’esplosione nel deposito Eni di Calenzano potrebbe essere stata una fuoriuscita di carburante “dovuta alla chiara inosservanza delle procedure previste”. È l’ipotesi della Procura di Prato che indaga sull’incidente per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro.
A cura di Eleonora Panseri
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L'esplosione nel deposito Eni di Calenzano.
L'esplosione nel deposito Eni di Calenzano.
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A causare la violenta esplosione avvenuta lunedì nel deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, potrebbe essere stata una fuoriuscita di carburante nella parte anteriore della pensilina di carico "in qualche modo dovuta alla chiara inosservanza delle rigide procedure previste" e "le conseguenze di tale scellerata condotta non potevano non essere note o valutate dal personale che operava in loco".

Sarebbe questa l'ipotesi della Procura di Prato, come si legge nel decreto di perquisizione nell'ambito dell'inchiesta avviata dopo l'incidente (le ipotesi di reato nel fascicolo contro ignoti sono omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro).

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Nell'esplosione sono morte cinque persone, mentre più di 20 sono rimaste ferite, tre delle quali ancora in gravi condizioni. Su disposizione del procuratore Luca Tescaroli, i Carabinieri hanno perquisito il deposito Eni, attualmente sotto sequestro, e la Sergen di Potenza per acquisire documentazione sulle attività in corso nel deposito.

La Sergen era la ditta incaricata della manutenzione e per cui lavoravano i due tecnici Gerardo Pepe, 45 anni, e Franco Cirelli, 50, morti insieme ai tre autisti Vincenzo Martinelli, 51, Carmelo Corso, 57, e Davide Baronti, 49.

Le cinque vittime dell'esplosione di Calenzano: Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Gerardo Pepe, Franco Cirelli, Davide Baronti.
Le cinque vittime dell'esplosione di Calenzano: Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Gerardo Pepe, Franco Cirelli, Davide Baronti.

Dai primi rilievi tecnici disposti dalla Procura, nel sito non è stato trovato esplosivo, quindi, è stata esclusa l'ipotesi del sabotaggio. Al deposito Eni di Calenzano erano in corso lavori di manutenzione straordinaria, resasi necessaria su apparati che ne avrebbero necessitato da anni, emerge inoltre dai primi accertamenti.

La Procura sta infatti indagando anche sulle modalità della manutenzione riguardo all'innesco dell'esplosione. L'autorità giudiziaria riferisce inoltre che un operatore avrebbe segnalato alle ore 10.21 un'anomalia nell'area pensiline di carico, "tant'è che si è allontanato e si è messo in salvo la vita" dall'imminente stato di pericolo.

Oggi la commemorazione delle vittime dell'esplosione

Intanto, nella giornata di oggi, mercoledì 11 dicembre, è stato proclamato il lutto regionale e si è tenuta la commemorazione delle cinque vittime: un minuto di silenzio, la deposizione di un mazzo di fiori e poi alcune parole scambiate con colleghi e alcuni familiari delle vittime a Calenzano davanti al deposito Eni, a distanza dai giornalisti.

Oltre a familiari, amici e colleghi, erano presenti anche il sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani, il presidente della Toscana Eugenio Giani e del consiglio regionale Antono Mazzeo, l'assessora all'ambiente Monia Monni e i capigruppo a Palazzo del Pegaso.

"A ciascuno di loro va la nostra vicinanza e il nostro affetto. Qua abbiamo depositato dei fiori, fatto un minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime e per chi crede, come me, è stato un momento di preghiera", ha detto Mazzeo. "Siamo a disposizione delle famiglie per qualsiasi cosa", ha invece assicurato il primo cittadino di Calenzano a margine della commemorazione.

"Verificheremo come si evolveranno le cose, quando sarà fatto il riconoscimento delle salme. Siamo a disposizione a supportare le onoranze funebri, se vogliono, a ospitare a Calenzano la cerimonia". La vicinanza alle famiglie delle vittime, ha sottolineato, "è sicuramente per noi un elemento prioritario".

Anche a Firenze e a Prato, dove risiedevano due delle cinque vittime, è stato osservato un minuto di silenzio e le bandiere sono state listate a lutto. Nel capoluogo toscano la sede della Regione in piazza Duomo e quella del Consiglio regionale in via Cavour hanno da stamattina le bandiere a mezz'asta.

Anche il Comune di Firenze ha aderito al lutto regionale: alle ore 10 è stato osservato un minuto di silenzio negli uffici comunali. La sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha partecipato al minuto di silenzio in Consiglio metropolitano. Sempre a Firenze chiuso per 15 minuti il mercatino natalizio allestito in Santa Croce.

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