Esplosione Calenzano, il racconto dei titolari di una ditta vicina: “Botto tremendo, sembrava un terremoto”
"Sembrava una bomba, i vetri sono esplosi e siamo fuggiti". Inizia così il racconto di Laura Paoli, titolare di un'azienda situata nella stessa via del deposito Eni coinvolto in una violenza esplosione avvenuta ieri mattina a Calenzano (Firenze). A 24 ore dal disastro sono tornati in sede per ripulire la struttura ed accertarsi dei danni provocati dall'onda d'urto. "Stiamo tutti bene ed è questo l'importante – aggiunge il figlio Lorenzo – i vetri si ricomprano e la ditta può sistemarsi ma già il fatto che nessuno di noi si sia fatto male è un miracolo". A pochi passi da loro infatti, sulla stessa via, è scoppiato un vero inferno che ha provocato 5 morti accertati (i corpi degli ultimi due dispersi sono stati individuati oggi) e diversi feriti.
L'esplosione e la fuga
Prima un boato fortissimo, poi tutte le finestre sono esplose facendo volare i vetri ovunque. Laura ieri mattina si trovava all'interno della sua ditta con alcuni suoi dipendenti quando è avvenuta la forte esplosione all'interno del deposito. "All'inizio pensavo fosse un terremoto o una bomba, abbiamo sentito un botto tremendo – racconta ancora Laura – per fortuna io sono riuscita subito ad uscire, dopo aver preso il mio cane, ed ho iniziato a correre. Ho corso tantissimo fino ad arrivare al campo sportivo".
Le cause dell'esplosione a Calenzano
Secondo una prima ricostruzione, l'esplosione sarebbe avvenuta durante le fasi di carico del carburante all'interno di un'autocisterna. L'esplosione avrebbe poi innescato anche gli altri mezzi in sosta. La nube prodotta dalle fiamme che si sono propagate nel deposito è stata vista fino a Firenze. La Procura di Prato ha coinvolto nelle indagini i militari del comando provinciale dei Carabinieri di Firenze e "ha nominato alcuni medici legali e tre consulenti tecnici per accertare le cause dell'esplosione", ancora da chiarire.