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Esplosione a Calenzano in deposito Eni

Esplosione a Calenzano, criticità emerse già nel 2020: “Area troppo urbanizzata, sottovalutato alto rischio”

Il deposito Eni di Calenzano, dove lunedì è avvenuta una violenta esplosione che ha provocato 5 morti e diversi feriti, è un sito ad alto rischio d’incidente. A far emergere le criticità del luogo già nel 2020 era stata la cooperativa Medicina Democratica. Fanpage.it ha intervistato l’attivista Maurizio Marchi, che spiega: “Il sito non andava costruito lì”.
A cura di Eleonora Panseri
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Il deposito Eni di Calenzano, dove lunedì è avvenuta una violenta esplosione che ha provocato 5 morti e diversi feriti, è un sito ad alto rischio d’incidente. A far emergere le criticità del luogo già nel 2020 era stata la cooperativa Medicina Democratica, che scriveva: "Se avvenisse un incidente rilevante, incendio o esplosione, sarebbe tagliata in due l’Italia, oltre ai danni prioritari per persone e lavoratori".

Mortalità in eccesso e tumori in quattro comuni esaminati

Fanpage.it ha intervistato Maurizio Marchi, attivista di Medicina Democratica (responsabile di Livorno), che spiega: "Le criticità fatte emergere già nel 2020 erano, prima di tutto, una mortalità in eccesso sia a Calenzano che a Sesto Fiorentino per malattie dell’apparato respiratorio e quella per tumori nei quattro comuni esaminati (Livorno, Collesalvetti, Calenzano e Sesto Fiorentino): il peggiore era Livorno, seguito da Collesalvetti e da Calenzano”.

Sito di Calenzano costruito in un'area troppo urbanizzata

Come osserva ancora Marchi, oltre a questo, il sito di Calenzano si trova in un'area "troppo urbanizzata e attraversata da strutture di mobilità sensibili. Non andava costruito lì, vicino alla ferrovia e all'autostrada".

Già quattro anni fa Medicina Democratica aveva inoltre evidenziato anche la presenza di grandi quantità di vapori "si diffondono in atmosfera durante le operazioni di carico, travaso, prelievo dei carburanti, avvertibili come cattivi odori ma più propriamente sono sostanze tossiche per gli esseri viventi", osserva Marchi, ricordando che tra i Comuni di Calenzano, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio queste emissioni tossiche coinvolgono più di 100mila persone.

L'ipotesi sulle cause dell'esplosione a Calenzano

Secondo Marchi, a causare l'esplosione potrebbero essere stati proprio "i vapori tossici che esalano nelle fasi del travaso. Sono molto pericolosi perché possono causare esplosioni, incendi e simili. A questi basta anche un innesco piccolissimo", come un banale corto circuito o una sigaretta.

"Il personale credo che fosse preparato, altrimenti ieri poteva accadere anche molto peggio", aggiunge, quando gli chiediamo una riflessione sulla macchina di soccorso che, secondo Marchi, "sono stati tempestivi".

"Diciamo però che in Italia non c'è la dovuta attenzione all'aspetto dell'alto rischio. – precisa – Un'attenzione che spesso esiste solo sulla carta e non nella realtà".

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