Esercizio sessista nel libro di grammatica, editore si scusa: “Ironia su stereotipo di genere”
“Mentre si chiede di censurare un libro di testo perché racconta di una bambina che vende rose a un semaforo e invita all’incontro e all’apertura, ci segnalano questo esercizio tratto dalla ‘Grammatica della lingua italiana per stranieri’ (Alma Edizioni 2015, p.38). Siamo ben oltre gli stereotipi di genere tante volte segnalati nei libri scolastici”: è quanto si legge in un post pubblicato domenica dalla pagina Facebook “Scosse-Associazione di Promozione Sociale”, che denuncia appunto la presenza di un particolare test ritenuto sessista in un libro di italiano per stranieri della casa editrice Alma Edizioni. Il manuale chiede se per non litigare con il marito ci si deve vestire più sexy oppure rispondere sempre di sì o ancora passare più tempo in cucina. Per denunciare il fatto, l’invito era di scrivere alla casa editrice inoltrando insieme alla foto del test sessista il seguente messaggio: “La rappresentazione delle donne e delle relazioni che emerge da esercizi come questo, tratto dalla vostra ‘Grammatica della lingua italiana per stranieri’, è quella della più cupa delle società patriarcali, in cui le donne sono colpevolizzate e chiamate a sottomettersi e mettere da parte volontà e desideri per soddisfare i bisogni maschili. Peggio ancora se il vostro è il tentativo di avvicinare culture altre rinchiudendole in una gabbia stereotipata e retrograda. Chiediamo pertanto che la vostra casa editrice prenda apertamente posizione e si impegni a non mettere più in commercio testi come questo”.
La replica dell'editore
In tanti, come si legge anche dai commenti apparsi sotto al post, hanno scritto alla casa editrice segnalando l’accaduto ed è stata poi la stessa pagina di “Scosse-Associazione di Promozione Sociale” a condividere la risposta di Alma Edizioni, che di fatto si è scusata. “Dopo la forte reazione suscitata dalla nostra denuncia sull'esercizio sessista in un libro di grammatica italiana per stranieri, siamo liete di condividere con voi la risposta con cui Alma Edizioni (che ringraziamo per l'onestà intellettuale dimostrata nell'ammettere l'errore) si impegna a correggere il testo e a una maggiore attenzione su questi temi. Monitoreremo. Una conferma che è importante mantenere uno sguardo vigile e battersi quotidianamente per la decostruzione degli stereotipi”, scrive l’associazione.
A rispondere, a nome della casa editrice, è Carlo Guastalla: “Ci scusiamo. Quello che avete messo in evidenza è un chiaro e brutto scivolone che non può essere giustificato. Il testo dell'esercizio avrebbe voluto, nelle intenzioni, giocare ironicamente con uno stereotipo di genere, ma ovviamente su questi temi c'è poco da giocare e vi assicuriamo che sostituiremo appena possibile la frase in questione e controlleremo che in questo e altri testi analoghi non siano presenti ulteriori passaggi discriminatori”. E ancora, prosegue la casa editrice: “ALMA Edizioni è perfettamente consapevole del ruolo che hanno i contenuti presentati nei propri libri perché spesso rappresentano il primo impatto con la cultura italiana per gli stranieri che li utilizzano. Da sempre ci siamo adoperati per non presentare una cultura piatta, fredda e spersonalizzata e abbiamo tentato il più possibile di problematizzare e contestualizzare dati di cultura che, volenti o nolenti, fanno parte del nostro essere italiani. In questo caso, però, abbiamo sbagliato. Ce ne scusiamo e ci auguriamo che la discussione che ne è scaturita sia per lo meno proficua per ricordare e noi e a tutti l'importanza che rivestono certi temi”.