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Escort minorenni a Bari, papà di una 16enne affrontò padre del presunto sfruttatore: entrambi poliziotti

Dal racconto della ragazzina, l’uomo aveva scoperto che uno dei presunti sfruttatori era il figlio di un poliziotto come lui e aveva affrontato il collega. Il 25enne arrestato però ha negato tutto parlando di rapporti consenzienti con le 16enni.
A cura di Antonio Palma
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"Non avrò pace fino a quando non sarà fatta giustizia" così il papà poliziotto di una delle sedicenni vittime del giro di prostituzione minorile a Bari aveva avvertito il padre di uno dei presunti sfruttatori delle ragazzine, affrontandolo faccia a faccia dopo aver scoperto che era un poliziotto come lui. Il dettaglio emerge dalle carte dell'inchiesta avviata proprio grazie alla denuncia dei genitori delle 16enni coinvolte, tra cui il padre poliziotto, e che nei giorni corsi ha portato all'arresto di dieci persone, quattro donne e sei uomini.

Il papà poliziotto aveva scoperto tutto dopo la confessione della figlia che gli aveva rivelato di aver mentito in un precedente interrogatorio davanti a un suo collega che indagava sul caso dopo una iniziale denuncia dei genitori di un'altra ragazza. Come rivela Repubblica, l'uomo quindi aveva presentato a sua volta un’annotazione in questura con nomi e screenshot di messaggi e numeri di telefono che si era fatto passare dalla figlia minorenne. Nel frattempo anche la ex moglie da cui è separato aveva presentato una denuncia separata dopo aver scoperto della droga in possesso della figlia e alcuni strani messaggi sul telefono.

Proprio dal racconto della ragazzina, l'uomo aveva scoperto che uno dei presunti sfruttatori era figlio di un poliziotto e aveva affrontato il collega che però aveva ribattuto di non sapere nulla delle attività del figlio. Tra i due sarebbe nato anche un litigio con accuse reciproche.

Il 25enne figlio del poliziotto, ora in carcere, nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip intanto ha ammesso di avere avuto rapporti sessuali con due 16enni ma ha parlato di atti consenzienti e non a pagamento e ha negato ogni tipo di sfruttamento. L'uomo ha anche ammesso di avere passato il numero di cellulare di una delle 16enni ad un 55enne suo conoscente per favorire un incontro a pagamento ma ha negato di aver preso dei soldi.

Il giovane si riserva ora di chiedere i domiciliari che lo stesso gip ha già concesso invece a una delle donne arrestate in quanto madre di un bimbo piccolo. La giovane nel primo interrogatorio ha ammesso di aver introdotto le 16enni all'attività di prostituzione così come avevano raccontato le ragazzine.

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