Escort in casa Berlusconi, Tarantini condannato a 7 anni e dieci mesi
UPDATE – Patrizia D'Addario ricoverata in ospedale per un malore: avrebbe ingerito dei farmaci – Patrizia D'Addario è stata colta da malore e ha perso i sensi nel piazzale del Tribunale di Bari poco dopo la lettura della sentenza del processo escort e nel quale non è stato riconosciuto alcun risarcimento dei danni alle parti civili tra cui figura la stessa D'Addario. Ricoverata al policlinico di Bari è stata sottoposta a una lavanda gastrica ed è fuori pericolo e, a quanto si è appreso, sarà dimessa tra due giorni. L’avvocato Fabio Campese ha spiegato ai giornalisti che la sua assistita, in preda alla disperazione per il mancato risarcimento dei danni, “ha ingerito 40 compresse di Eutirox, un farmaco per la tiroide, e ha lasciato una lettera nella quale mi scrive ‘Fai giustizia e aiuta la mia famiglia’”. “Poi la donna – ha detto ancora l’avvocato – spiega la sua posizione nel processo, nato dalle sue dichiarazioni, e parla della sua famiglia”.
Dopo più di un anno si chiude il processo in corso a Bari, per il presunto giro di escort organizzato tra il 2008 e il 2009 nelle residenze dell'ex premier Silvio Berlusconi. Gianpaolo Tarantini è stato condannato a sette anni e dieci mesi di carcere. L’imprenditore barese secondo l’accusa avrebbe reclutato ragazze per le feste dell’ex Cavaliere in modo da ingraziarselo e mettere le mani su appalti milionari. 16 mesi invece Sabina Began, ‘l'ape regina' delle “cene eleganti” organizzate da Silvio Berlusconi. I due sono tra i 7 imputati del processo accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere e prostituzione. I giudici hanno condannato anche Massimiliano Verdoscia (3 anni e sei mesi) e Pierluigi Faraone (due anni e sei mesi). Assolti invece Letizia Filippi, Francesca Lana e Claudio Tarantini.
Respinta questione di costituzionalità della legge Merlin
I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Bari (presidente Luigi Forleo, a latere Lucia De Palo e Antonella Cafagna) erano entrati in camera di consiglio, per poi uscire intorno alle 16, per decidere sulla questione di legittimità costituzionale della legge Merlin, una legge del 1958, secondo gli avvocati di Verdoscia, Ascanio Amenduni e Nino Ghiro, oramai datata. Il particolare riferimento era alla parte in cui la legge punisce la "prostituzione volontaria".Per i due legali, infatti, "le donne che andavano a Palazzo Grazioli lo facevano per un proprio tornaconto, per una propria utilità. Lo stesso Berlusconi non pagava, ma faceva regali. Pagare avrebbe significato un crollo della propria autostima". I penalisti ritengono quindi che "l'evoluzione dei costumi abbia ormai superato una legge datata 1958. Oggi – aveva detto Amenduni – il bene violato non è più il pubblico pudore ma la libertà di autodeterminazione delle donne". Ma i pm hanno fatto presente che la legge Merlin punisce e contrasta ogni forma di intermediazione di ogni tipo di prostituzione.