Eroi usa e getta: l’Asl di Pescara non conferma 64 Oss che hanno affrontato le tre ondate di Covid
C'è stato un momento, intorno alla metà di febbraio, in cui l'Abruzzo è stato l'epicentro dell'epidemia di coronavirus in Italia a causa dell'aumento dei contagi causati dalla variante inglese: per settimane sono stati registrati centinaia di nuovi casi e decine di ricoveri al giorno, mettendo in seria difficoltà soprattutto l'ospedale di Pescara e rendendo necessaria una nuova zona rossa per tentare di contenere l'avanzata dei contagi. "Stiamo vivendo il momento più delicato dall’inizio della pandemia", ammise il 16 febbraio il referente regionale per le emergenze e direttore del Pronto Soccorso, Alberto Albani, mentre il primario del reparto di terapia intensiva Franco Marinangeli aggiunse: "La situazione è preoccupante con l’avanzare della variante inglese che sembra molto più contagiosa e aggressiva e i numeri lo dimostrano. Per quanto siano state attrezzate strutture aggiuntive, la coperta è sempre corta: se il contagio aumenta dove andiamo?".
La mail a 64 Oss alla vigilia del Primo Maggio: "Il vostro contratto scade oggi"
A fronteggiare l'emergenza furono medici, infermieri e Oss, costretti a sobbarcarsi turni massacranti pur di garantire la necessaria assistenza ai pazienti ricoverati. A due mesi e mezzo di distanza dai giorni più drammatici per l'Abruzzo, però, 64 operatori socio sanitari non saranno confermati dall'Asl di Pescara: venerdì sera, 30 aprile, a poche ore dalla Festa dei Lavoratori, gli Oss hanno ricevuto una comunicazione via mail dall'agenzia per il lavoro Manpower: "Confermiamo che il suo contratto di lavoro a tempo determinato a scopo di somministrazione in essere con Manpower Srl e finalizzato all'invio in missione presso l'Azienda Unità Sanitaria Locale di Pescara termina in data odierna per scadenza naturale". Dopo aver affrontato tutte e tre le ondate di contagi i 64 operatori socio sanitari pescaresi sono quindi rimasti senza un lavoro, mentre l'Asl di Pescara ha nel frattempo assunto altri 100 Oss dopo la pubblicazione – lo scorso novembre – di un avviso pubblico. Si tratta, secondo una nota diramata dall'Asl, di un "doveroso avvicendamento del personale in somministrazione con personale reclutato attraverso la graduatoria della Asl di Pescara". Peccato, però, che quel personale "in somministrazione" fosse composto da uomini e donne che hanno affrontato i mesi più difficili della pandemia, acquisendo anche competenze importanti che non andrebbero disperse.
Il racconto di una Oss: "Tenevamo le mani dei pazienti in terapia intensiva"
Tra i 64 operatori socio sanitari il cui contratto è scaduto il 30 aprile c'è Laura (nome di fantasia): "Alcuni di noi – spiega a Fanpage.it – hanno cominciato a lavorare a marzo 2020, altri nei mesi immediatamente successivi, dopo l'apertura del covid hospital di Pescara". Laura, con la voce rotta dal pianto, racconta: "Abbiamo affrontato la prima, la seconda e la terza ondata, ci siamo sempre stati accanto ai pazienti, ma ora siamo stati scaricati". La Oss ha lavorato nel reparto di rianimazione "grazie all'esperienza che avevo maturato in precedenza con la Croce Rossa, mentre altri miei colleghi sono stati dirottati nel reparto di malattie infettive". "Per mesi ci siamo presi cura dei malati. Li abbiamo lavati e cambiati al letto ogni giorno e abbiamo tenuto le loro mani quando si risvegliavano ed erano soli, circondati di monitor e pompe, senza neanche un parente vicino. Avevano paura di morire e persino di addormentarsi e non risvegliarsi più. Accanto a loro c'eravamo noi". Ora l'esperienza di questi 64 operatori socio sanitari rischia di essere dispersa. Dopo la scadenza dei loro contratti, e dopo le assunzioni fatte dall'Asl di Pescara, questi lavoratori potrebbero dover attendere molto prima di essere assunti. "Credevamo che, dopo il contributo che abbiamo dato quest'anno, i nostri contratti sarebbero stati prorogati. Invece paradossalmente molti di noi si ritrovano molto in basso nella nuova graduatoria, scavalcati da persone che hanno molta meno esperienza sul campo". Gli Oss "scaricati" chiedono di poter continuare a lavorare. "Mentre gli operatori sanitari italiani sono candidati al Premio Nobel per la pace noi veniamo trattati come carne da macello. La Regione Abruzzo ha un solo modo per rimediare: chiedere scusa per l'errore e reintegrarci con un nuovo contratto".
Maurizio Acerbo (Prc): "Gli eroi sono già stati dimenticati?"
A sollevare il caso dei 64 Oss di Pescara è stato Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista e nel settembre del 2020 ricoverato proprio nell'ospedale abruzzese per le conseguenze del Covid-19: "Assunti attraverso le agenzie di lavoro somministrato – interinale quando c'era bisogno di personale per affrontare la pandemia" ora questi operatori sanitari "vengono scaricati come merce usa e getta. E la loro esperienza lavorativa probabilmente non varrà in futuro nulla. Da ex-paziente del reparto covid ho già avuto modo di raccontare l'entusiasmo, la professionalità, la disponibilità con cui queste ragazze e questi ragazzi hanno lavorato con turni massacranti per assistere le tante persone ricoverate mettendo a rischio anche la propria salute". Acerbo aggiunge: "Trovo vergognoso che la direzione della ASL nel momento in cui si è decisa a passare dal ricorso alle agenzie interinali a propri bandi di assunzione a tempo determinato non abbia previsto delle modalità che potessero garantire queste lavoratrici e lavoratori. Così le istituzioni ringraziano giovani che hanno studiato, si sono preparati e poi si sono messi a disposizione nel momento di massimo rischio e di massima sofferenza del sistema sanitario? Gli eroi sono già stati dimenticati?".