Ergastolo per Filippo Turetta: primo permesso nel 2033, libertà condizionale a 48 anni
Filippo Turetta è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Cecchettin. La pena inflitta al 22enne veneto è stata la più severa possibile: era prevedibile, dato l'insieme delle accuse a suo carico. Anche il suo avvocato ha sottolineato che "Filippo è consapevole di dover trascorrere gran parte della sua vita in prigione".
In realtà però "gran parte" non significa "tutta", poiché il sistema giudiziario italiano è orientato anche alla rieducazione. Quel "fine pena mai" è previsto esclusivamente per reati di estrema gravità, come quelli legati alla mafia o al terrorismo. In tutti gli altri casi esistono opportunità di lavoro, permessi e possibilità di guadagnarsi forme di libertà. Turetta infatti potrebbe ottenere la liberazione condizionale a 48 anni, dopo aver scontato 26 anni di detenzione, nel 2049.
Ergastolo Turetta, quando uscirà dal carcere con la libertà condizionale
La legge stabilisce precise condizioni restrittive relative alla durata della pena da scontare: i permessi premio possono essere concessi a chi è condannato all'ergastolo, dopo aver scontato almeno dieci anni di detenzione. Nel caso dell'assassino di Giulia Cecchettin questa possibilità si paleserebbe nel 2033, visto l'anno già trascorso dietro le sbarre nel carcere di Montorio Veronese. In quel momento Turetta avrà 32 anni.
Dopo 20 anni (nel 2043) potrà invece accedere al regime di semilibertà. Questa misura consente di scontare la pena in una condizione mista di detenzione e attività esterne, che possono includere lavoro, formazione o altre attività mirate al reinserimento sociale del condannato. Infine, dopo 26 anni, potrà ottenere la liberazione condizionale, che potrebbe avvenire nel 2049, quando avrà 48 anni. A quel punto Turetta potrebbbe concludere la pena all'esterno del carcere, in regime comunque di libertà vigilata.
Com'è la vita di Turetta in carcere
Il 22enne è rinchiuso nel carcere di Verona, dove condivide la cella con altri detenuti. La Corte d'Assise di Venezia non ha disposto l'isolamento diurno, decisione su cui anche il pm Andrea Petroni aveva concordato, in sede di requisitoria.
La sezione in cui si trova è dotata di una scuola, una cappella per la preghiera e una palestra. Consapevole della lunga pena che dovrà scontare, Turetta ha scelto di impegnare il suo tempo praticando uno strumento musicale all'interno di un gruppo formato da altri carcerati.
Inoltre, come riferito da Adnkronos, partecipa a un corso di perfezionamento in inglese e a diversi programmi di formazione. Potrebbe ora tentare di proseguire gli studi universitari, visto che, prima dei fatti dello scorso anno, era iscritto alla facoltà di ingegneria biomedica presso l'Università di Padova.