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Entravano con pass dei prof e truccavano registro elettronico: quattro studenti condannati 7 anni dopo

L’indagine era partita dopo che una prof e la dirigente scolastica avevano notato grosse anomalie tra alcune annotazioni su carta e quelle del registro elettronico. La sentenza del tribunale di Ancona è arrivata ben sette anni dopo i fatti.
A cura di Antonio Palma
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Dopo aver rubato le password dei loro professori si introducevano nel registro elettronico di classe e lo modificavano a loro vantaggio, cambiando ad esempio i dati su assenze e ritardi. Per questo quattro ex studenti liceali marchigiani, ormai diplomati e adulti, sono stati condannati per accesso abusivo a sistema informatico e falso. La sentenza del tribunale di Ancona è arrivata ben sette anni dopo i fatti e prevede condanne da un anno e due mesi a sei mesi di reclusione per quattro dei cinque imputati. Il quinto invece è stato assolto.

I fatti contestati risalgono all'anno scolastico 2015-2016 quando gli imputati, 18enni all’epoca dei fatti e prossima all'esame di maturità, frequentavano il quinto anno del liceo Savoia-Benincasa di Ancona. L’indagine era partita dopo che una prof e la dirigente scolastica avevano notato grosse anomalie tra alcune annotazioni su carta e quelle del registro elettronico.

In particolare per decine di studenti erano cambiate assenze e ritardi, in numero nettamente inferiore in quello elettronico. Nulla invece era stato toccato sui voti e forse per questo i giovani pensavano di farla franca. La docente invece continuava a segnare le assenze degli studenti anche in una sua personale agenda e così si è accorta delle discrepanze, avvertendo poi la preside. Quest'ultima infine si era rivolta alla polizia postale, facendo scattare l'indagine penale.

L’immediata analisi dei log del sistema informatico fece scoprire una serie di accessi abusivi dagli account degli insegnanti. Nell’inchiesta del 2016, infatti, inizialmente erano finiti ben 34 studenti: 23 ragazze e 11 ragazzi di tre classi diverse. La maggior parte di loro, ben 27, aveva preferito però evitare il processo, richiedendo e ottenendo la messa alla prova nei servizi sociali.

Due invece erano stati prosciolti per irrilevanza del fatto, così come i genitori degli alunni indagati che dimostrarono di non saperne nulla. Per i restanti cinque studenti, tre ragazze e due ragazzi, infine si era arrivato al rinvio a giudizio dello scorso anno e ora alla sentenza del processo.

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