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Ennesimo suicidio nelle forze dell’ordine: agente di polizia penitenziaria si spara in casa

Un agente di Polizia Penitenziaria di 50 anni e padre di un figlio – in servizio nel carcere di Is Arenas  – si è tolto la vita nella giornata di oggi nella propria casa.
A cura di Davide Falcioni
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Ancora un suicidio tra i membri delle forze dell'ordine, il 55esimo dall'inizio dell'anno.

Un agente di Polizia Penitenziaria di 50 anni e padre di un figlio – in servizio nel carcere di Is Arenas  – si è tolto la vita nella giornata di oggi nella propria casa. A dare la drammatica notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

"È una notizia inquietante, che sconvolge tutti noi", ha commentato Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ricordando come quello dei poliziotti penitenziari suicidi sia un dramma che va avanti da tempo senza segnali di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

Dall’inizio dell’anno sono stati tre gli agenti che sono arrivati a togliersi la vita. "L’uomo rivestiva il grado di vice Sovrintendente, era istruttore di tiro e svolgeva le funzioni di sorveglianza generale, servizio in diramazione e pure responsabile automezzi. Era sempre disponibile e ben voluto dai colleghi, con i quali aveva un ottimo rapporto".

Non sono ancora note le ragioni del tragico gesto, tuttavia il SAPPE rileva come "i poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbero bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Lo scorso anno 2021 sono stati 5 i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita, 6 furono nel 2020 ed erano stati 11 nel 2019″.

Numeri importanti per Capece, che aggiunge: "Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non possono continuare a tergiversare su questa drammatica realtà. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria. Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria".

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