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Emergenza siccità, Coldiretti: “Solo in Italia 300mila aziende agricole a rischio”

La situazione, spiega Coldiretti, “è preoccupante soprattutto per le forniture alimentari con la siccità che ha colpito le principali economie agricole dell’Unione Europea, già in difficoltà per gli elevati costi di produzione spinti dalla guerra in Ucraina”.
A cura di Davide Falcioni
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Trecentomila imprese agricole italiane sorgono un aree duramente colpite dalla siccità. A lanciare l'allarme è Coldiretti dopo aver esaminato la mappa europea del programma Copernicus che mostra la situazione sulla bassa umidità del suolo in molte zone meridionali del Continente con effetti sull'ambiente, sull'agricoltura e sugli usi civili.

Il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come nei mesi estivi, secondo l'ultima rilevazione della Coldiretti. La situazione però è allarmante anche nel resto d'Europa. In Germania, le acque basse del Reno ostacolano il traffico commerciale costringendo le barche dirette verso l'Europa centrale a caricare a metà delle merci, e in Spagna a Barcellona sono state adottate limitazioni per l'irrigazione dei parchi. Non va meglio in Francia, Grecia, Bulgaria e Turchia.

La situazione, sottolinea Coldiretti, "è preoccupante soprattutto per le forniture alimentari con la siccità che ha colpito le principali economie agricole dell'Unione Europea, già in difficoltà per gli elevati costi di produzione spinti dalla guerra in Ucraina". In Italia a essere assediate dalla siccità sono in particolar modo le aree centro-settentrionali con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura padana, dove si sviluppa quasi un terzo dell'agroalimentare made in Italy.

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"Dalla disponibilità idrica – continua l'associazione di categoria – dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ed i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello. Senza parlare del riso le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni".

"Gli agricoltori italiani – conclude Coldiretti – sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare".

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