Emergenza siccità, a Cuneo 70 comuni montani riforniti con autobotti: “Le sorgenti si sono esaurite”
"Il cambiamento climatico è fra noi e si vede. Non ci sono più ghiacciai, nemmeno i nevai. Manca l'acqua e all'orizzonte non si vedono soluzioni". Con queste parole datate 8 febbraio il Presidente Livio Quaranta e l'AD Giuseppe Delfino dell'Azienda Cuneese dell'Acqua avvisavano i 108 sindaci del loro territorio di competenza che la crisi idrica del territorio è "in mezzo a noi".
In realtà è da "un anno e mezzo che riforniamo gli acquedotti di alcuni comuni montani e pedemontani che soffrono di carenza d'acqua – spiega Valerio Gariglio, responsabile dell'area tecnica dell'Azienda Cuneese dell'Acqua – e la causa è la riduzione drastica dell'apporto idrico da parte delle fontane storiche che alimentano gli acquedotti".
"Ci sono dei sensori che misurano il livello dell'acqua nelle vasche di compensazione, che sono dei depositi che servono agli acquedotti per garantire l'acqua nelle case. Quando vediamo che il livello è troppo basso interveniamo con un'autobotte speciale, un 4×4 con un serbatoio di qualità alimentare con il quale possiamo caricare diverse tonnellate d'acqua, sia per trasportarla direttamente dentro i serbatoi che per pomparla fino a 70 metri di altezza attraverso apposite tubazioni che abbiamo realizzato". La difficoltà dell'operazione sta nell'asperità dei territori, costituiti da impervie frazioni di comuni di montagna.
L'operazione che Fanpage.it ha potuto osservare la mattina del 24 febbraio è consistita nel prelievo di 8 metri cubi d'acqua, circa 8mila litri, dall'acquedotto del Comune di Brossasco, in provincia di Cuneo. L'acqua è stata prelevata da un idrante, quindi trasportata per qualche chilometro fino a Sant'Eusebio, una località del Comune di Melle, a una cinquantina di chilometri dalla Francia. Qui l'acqua è stata svuotata nel serbatoio di compensazione, che era a metà della sua capienza. Tutto intorno è umido, ma non piove da parecchio. Gli 8mila litri che sono stati appena scaricati nel serbatoio di compensazione "basteranno per una settimana – spiega Valerio Gariglio – sta diventando un'operazione di routine anche se emergenziale".
I comuni in grave emergenza idrica sono 10 e, oltre Melle, sono Brondello, Ceva, Lisio, Nucetto, Pagno, Perlo, Roccabruna, Rossana e Viola. I 27 comuni che sono a rischio inferiore ma che già fanno uso sporadico di autobotti per rifornire i propri serbatoi di compensazione sono Bernezzo, Brossasco, Celle di Macra, Cervasca, Demonte, Dronero, Gaiola, Garessio, Lesegno, Macra, Marmora, Moiola, Monterosso Grana, Ormea, Pamparato, Piasco, Pietraporzio, Rocca Sparvera, Sampeyre, San Damiano Macra, Sanfront, Stroppo, Valmala, Venasca e Villa Costanza. Altri 28 comuni sono in emergenza moderata.
"In questi comuni, in alcune borgate – spiega l'Ingegner Andrea Ponta, Responsabile dell'Area Operativa dell'Azienda Cuneese delle Acque – le sorgenti vengono meno e in alcuni luoghi si sono proprio seccate, esaurite, e non alimentano più le vasche di accumulo dei nostri acquedotti che quindi si stanno svuotando. Per questo dobbiamo provvedere artificialmente noi a riempirle con le autobotti".
"Adesso stiamo facendo una decina di viaggi alla settimana. Questa situazione di emergenza idrica non è di adesso, sono tre anni che progressivamente assistiamo a un assottigliamento delle risorse idriche delle sorgenti. Se piove meno e se nevica meno l'acqua che normalmente arriva attraverso la pioggia e la neve va poi ad alimentare le falde profonde che si trovano in pianura e abbiamo cominciato a osservare un abbassamento del livello delle falde anche questi territori".
"Dobbiamo abituarci all'idea che quest'estate potremmo avere l'acqua razionata, in alcuni momenti non sarà disponibile per tutti. È una previsione estrema, ma dobbiamo prepararci anche questa eventualità".