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Emergenza rifiuti a Napoli: tre anni per superare la crisi, previste tre mila tonnellate domenica

Quattro inceneritori in Campania per risolvere definitivamente l’emergenza rifiuti, entro domenica per le strade di Napoli ci saranno 3 mila tonnellate di rifiuti e nessuna soluzione all’orizzonte.
A cura di Alessio Viscardi
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Rubbish Crisis Continues In Naples

Tre anni per uscire definitivamente dall'emergenza rifiuti in Campania, è questo il succo del piano presentato dal governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro, alla Commissione Europea. Intanto, per questo fine settimana l'Asia prospetta che rimarranno in strada soltanto a Napoli oltre 3000 tonnellate di rifiuti, a causa del blocco della discarica di Chiaiano per indagini sulle infiltrazioni della camorra e di percolato nel sottosuolo. A questo si aggiunge il blocco degli Stir, gli impianti di tritovagliatura e imballaggio in cui si è accumulata troppa frazione organica e sono resi di fatto non operativi, con lunghe code di autocompattatori all'entrata dei siti.

La Regione Campania ha presentato il nuovo piano rifiuti in Europa. A differenza di quanto fatto in estate, quando Caldoro dichiarò in sede internazionale che ci sarebbero voluti 30 anni per uscire dallo stato di emergenza, questa volta il Governatore ha chiesto un tempo più compatibile con gli obiettivi imposti da Bruxelles: soltanto 3 anni per mettere in piedi un ciclo virtuoso dei rifiuti basato su inceneritori e discariche e sbloccare i 140 milioni di fondi europei per la Campania. Così Caldoro: “Dobbiamo far capire ai cittadini che prima di tre anni non gli possiamo assicurare niente. Abbiamo una proiezione di almeno 36 mesi per gli inceneritori a Napoli est e Salerno”.

Nel nuovo piano è prevista la costruzione di quattro inceneritori, che assieme a quello costruito ad Acerra dalla Imperigilo, porta a 5 il conto dei termovalorizzatori che funzioneranno nel territorio campano, rendendo di fatto inutile la raccolta differenziata e rendendo necessario importare rifiuti dalle altre Regioni per garantire il costante funzionamento degli impianti. 400 mila tonnellate all'anno saranno smaltite a Napoli est, nella zona di Ponticelli – già martoriata da discariche abusive e speculazioni edilizie come dimostrato da numerose inchieste condotte sul territorio. 300 mila tonnellate all'anno saranno bruciate nel termovalorizzatore di Salerno, mentre nel misterioso “gassificatore” di Caserta saranno incenerite altre 90 mila tonnellate di rifiuti per anno.

L'ultimo inceneritore sarà costruito a Giugliano, il buco nero del disastro ambientale della Campania, un territorio dove si contano a centinaia le discariche – legali, abusive e miste – e dove insistono 7 milioni di “ecoballe” stoccate nei siti di Taverna del Re. Una quantità tale di “balle” che ci vorranno 20 anni per incenerirle. Balle di rifiuti che di “eco” non hanno nulla, come ha dimostrato l'inchiesta “rompiballe” culminata con il rinvio a giudizio della vice di Guido Bertolaso, Marta De Gennaro e di diversi elementi del commissariato di governo per i rifiuti, tra cui l'ex-commissario Catenacci.

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