Emanuela Orlandi, ecco perché le tombe al cimitero teutonico erano vuote
Perché le tombe al cimitero teutonico erano vuote? Ce lo siamo chiesti tutti. Partiamo da prima, però, ovvero come e perché una squadra di tecnici ieri si è riunita al cimitero in via della Sagrestia 17 per aprire due tombe risalenti a secoli fa, alla presenza della stampa e di Pietro Orlandi, in rappresentanza della famiglia.
La fonte segreta
Una lettera è giunta mesi fa nelle mani di Pietro, segnalando la presenza, all'interno di una tomba dell'unico cimitero afferente al Vaticano, del cadavere di Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa da Roma 36 anni fa. Orlandi ha presentato al Tribunale vaticano, attraverso il suo rappresentante legale, l'avvocato Laura Sgrò, un esposto che chiedeva l'apertura dei due sepolcri, rifiutandosi, però, al contempo, di mostrare la missiva e di palesarne la paternità. La fonte, secondo Orlandi e Sgrò, era non solo attendibile, proprio granitica, indubitabile. Le tombe erano quelle ‘dell'Angelo' della Principessa Sophie von Hohenlohe e la tomba attigua della Principessa Carlotta Federica di Mecklemburgo. Il cimitero, il Camposanto Teutonico, in via Sagrestia, a Roma, su territorio soggetto a extraterritorialità a favore della Santa Sede, dove sono sepolte persone di ogni origine.
Che fine hanno fatto i resti delle principesse
Il tribunale ha concesso l'autorizzazione e la notizia, come ci si poteva immaginare, ha catalizzato l'attenzione della stampa, per cui, il giorno 11 luglio, presenti alle operazioni, c'erano proprio tutti. Proprio per questo maggior clamore ha suscitato il fatto che, una volta aperte, le tombe, sono risultate vuote. Prima la costernazione generale, poi i dubbi sul fatto che qualcuno avesse manomesso le tombe per far sparire elementi compromettenti, infine la verità: le tombe – come riporta oggi il Messaggero – erano state svuotate un secolo fa. Nessun mistero, quindi, nessun giallo, ma una domanda, sì. Perché la famiglia Orlandi non è stata informata prima di un'operazione certamente documentata, quella della traslazione dei resti? L'aspettativa, come testimoniato dalla presenza di medici legali come il professor Gianni Arcudi, era proprio quella di esaminare e datare delle ossa. Ancora una delusione, dunque, anche se a questo punto, le domande rimaste, in realtà, sarebbero due: chi è la fonte segreta di Pietro Orlandi? Perché non ha potuto svelarne il nome?