Emanuela e la sua battaglia per l’identità di genere: “Ogni persona è unica e speciale”
Emanuela è una signora originaria di Erice in provincia di Trapani. A 53 anni dopo almeno vent’ anni di battaglie è riuscita a ottenere, dal Tribunale di Trapani, il cambio di identità e di genere, anche senza essere ricorsa a interventi chirurgici o terapie ormonali. Una storia di libertà e di affermazione dei diritti, che Emanuela racconta a Fanpage.it.
“Il cambio del nome l’ho fatto perché, devo dire che se tu ti riferisci a me al maschile, quindi Emanuele, è come se dentro di me tu ti rivolgessi a qualcuno alle mie spalle. Non mi appartiene. E poi è bello essere riconosciuti dalla legge e dallo Stato, essere rispettata e questo mi rende orgogliosa di essere italiana.”
Per Emanuela non cambia nulla, per lei è tutto uguale. “Avere quella carta d’identità col nome al femminile è davvero bello”. Come ricorda Emanuela nell’intervista, da piccola sognava che un principe azzurro, dovendo scegliere tra tante principesse, scegliesse proprio lei. “Dei pregiudizi ci sono ancora, esistono e sono sotto gli occhi di tutti – dice Emanuela – anche se io sono stata fortunata. Sono convinta che non appena si conosce una persona, si impara ad apprezzarla e a comprenderla. Mi auguro che aldilà di etichette etero, trans, bisex, ognuno si accetti per quello che è come persona unica, irripetibile e speciale”.
A livello giuridico invece, come ci spiega l’avvocato che ha seguito il caso, Marcello Mione, il tutto è stato possibile grazie a una domanda di rettificazione anagrafica dal sesso maschile a quello femminile, in assenza di trattamenti chirurgici e ormonali. Successivamente la sua assistita è stata sottoposta ad una perizia che ha accertato l’univocità e la serietà dell’intenzione.