L' “agenzia di modelle che ti fa entrare nel mondo dello spettacolo e della moda” è un espediente di adescamento talmente usurato che dovrebbe allertare anche la più sprovveduta delle ragazzine. Cos'è dunque che fa cadere in trappola adolescenti così scaltre da prendersi la briga di rispondere in chat a un adulto (era il metodo preferito da Fusco), combinare un appuntamento per un book fotografico, agghindarsi come vuole la moda, recarsi all'appuntamento, accondiscendere a una serie di visibili imposizioni, il tutto senza fiutare un inganno? Alcune si sono spaventate, altre, una volta lì, avrebbero ceduto alle richieste di Fusco per paura. Ma perché delle ragazze in un'età che prevede una fisiologica ribellione in famiglia e a scuola, diventano invece così docili davanti al primo imbroglione?
Furio Fusco, che parallelamente teneva in piedi la sua lecita attività di agente di modelle, si sarebbe procacciato prede, preferibilmente tra i 14 e i 17 anni, su Facebook. Da quanto si apprende da testimonianze ed intercettazioni, dopo averle illuse, spogliate, toccate, massaggiate e anche depilate nelle parti intime, le avrebbe forzate in alcuni casi a rapporti sessuali con lui o con coetanee a favore del suo obiettivo e del suo voluminoso archivio fotografico, ora al vaglio degli inquirenti. Consensi strappati con la promessa a volte onorata di casting per cinema e moda, in un contesto reso ancor più scivoloso dal fatto che Furio Fusco è realmente titolare di un'agenzia di modelle, e tra le più affermate della capitale.
L'accusa formulata contro di lui è di adescamento di minori, pornografia minorile e prostituzione minorile. L'arresto è giunto come una bomba tra i professionisti del settore, anche se, dicono alcuni che “il suo nome era già da tempo oggetto di chiacchiere”. La meraviglia sarebbe dunque solo parziale. Nell'ambiente della moda romana, si sapeva della passione di Fusco per le ragazze molto giovani e qualche voce già circolava circa i particolari set allestiti con alcune di loro, finché non è stato arrestato. Ma oggi, dietro le quinte di Alta Roma, la settimana della moda romana “non si parla d'altro” dice Emanuela Corsello, titolare a sua volta di un' agenzia.
Con me lavorano alcune ragazze minorenni. Anche se non c'è una regola, a volte sono i brand stessi che le preferiscono se, per esempio, devono fare cataloghi di abiti per teenager. Oppure, è possibile che sia io stessa a proporle, ma dichiarando sempre la loro età. Non esiste al mondo che degli ingaggi professionali di minori si facciano senza il consenso scritto dei genitori. L'età è la prima cosa che chiedo appena entro in contatto con un' aspirante modella: le non maggiorenni pretendo che vengano accompagnate. Del resto è normale anche per tutelarci: se gli succede qualcosa sul lavoro passiamo guai serissimi. Una volta, un professionista mio collaboratore era andato fuori Roma per girare un video con una delle ragazze di 15 anni della mia agenzia. Ha fatto un ritardo di mezz'ora nel riportarla a casa. Io mi sono così arrabbiata e spaventata che non ho voluto più che lavorasse con me. Inoltre sono gli stessi brand che ci chiedono le liberatorie: tutto deve avvenire alla luce del sole. Le produzioni cinematografiche lo stesso: vogliono un sacco di permessi se si servono di minorenni sul set. L'età quindi non è mai un dettaglio marginale!
La mancanza di richiesta del consenso scritto dei genitori, da parte di un'agenzia, dovrebbe servire da campanello d'allarme per tutte le teenager che si avventurano da sole a farsi reclutare, o che vengano a loro volta cercate tramite vaghi passaparola. Ma da parte delle famiglie cosa succede? Perché padri, madri e parenti sono così all'oscuro non solo di ciò che fanno le figlie, ma anche delle loro ambizioni, desideri e delle inclinazioni a lavorare per la moda, nello spettacolo, o per il cinema? Perché ne sono così all'oscuro da non sapergli neanche rappresentare gli eventuali pericoli che si nascondono nelle pieghe di un ambiente così coinvolgente ma così pieno di millantatori? O forse sono complici e vittime a loro volta?
"Nella storia di Fusco, molte ragazze secondo me ci hanno marciato – prosegue Emanuela Corsello – sapevano tutto ma hanno fatto finta di niente, molte si sono sconvolte e sono scappate via, altre si sono fatte circuire, oppure, sono semplicemente abbandonate dalle loro famiglie, non so spiegarmela diversamente. Secondo delle voci che girano nel nostro ambiente alcune modelle maggiorenni delle intuizioni le avevano avute, per questo se ne sono andate.
Se il dato dell'età è così accuratamente valutato in agenzie serie che mediano il rapporto professionale della modella con il brand o con altre situazioni professionali, proprio sulla confusione minorenne- maggiorenne si incentrerà tutta la difesa dei clienti che hanno avuto rapporti con le giovanissime prostitute dei Parioli. Anche qui Corsello si dice molto dubbiosa:
mi dispiace ma in genere se una ragazza ha 14, 15 ,16 anni si vede perfettamente. Anche se hanno un seno grande, se sono truccate e vestite da adulte. O almeno, è impossibile che non ti vengano dubbi, in quel caso l'età la devi chiedere per forza.
L'arresto dell'agente-fotografo è un ulteriore tassello del quadro emerso nella storia delle baby squillo dei Parioli. Svela, ancora una volta, da una parte un mondo maschile adulto dalla sessualità infantile e spaventata, dall'altra delle giovanissime che il marketing descrive sessualmente coinvolgenti, desideranti e disponibili. Una norma alla quale poi nella vita ubbidiscono in molte con religiosa devozione: è come previsto dal marketing che si ritraggono nei selfie o nelle foto che loro stesse postano sui social. Seducenti, ammiccanti, in attesa di “like” . “Io esisto perché il mio corpo piace e dipende dal vostro sguardo”. Un diktat che attraversa tutte le generazioni e le classi sociali ma per molte giovani ragazze finisce per coincidere con la vita stessa. Del resto è sufficiente sfogliare un magazine di moda (molto spesso inserti di noti quotidiani) per trovare inserzioni pubblicitarie (cioè oro colato in questo periodo di crisi dell'editoria) con adolescenti e bambine in pose innaturali per la loro età. A chi parlano quelle foto se non a pulsioni di adulti? I social, allora, servono solo da eco di quel messaggio.
Qualche cosa sta mutando profondamente nel nostro desiderio con un movimento tragicamente schizofrenico: da una parte si subisce una sollecitazione continua a raggiungere la sessualità infantile o delle adolescenti, dall'altra, in casi come questo, si solleva una riprovazione scandalizzata nei confronti di Furio Fusco, che è solo uno dei tanti. Ma sono gli stessi adulti oggi indignati di fronte al nuovo scandaloso comportamento ad essere spesso complici e conniventi, sempre più confusi e sempre meno in grado di capire cosa accade per prendere provvedimenti necessari. Che non siano necessariamente punitivi.