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Elon Musk parla di “guerra civile” in Europa, ma è solo una chiamata alle armi dei razzisti contro i migranti

Negli ultimi mesi Elon Musk, commentando i post di account xenofobi e complottisti ha scritto 7 volte che una “guerra civile” è sempre più vicina in Europa. Una guerra che da una parte che vedrebbe da una parte gli “invasori”, migranti e figli di migranti, e dall’altra i “popoli originari” del vecchio continente. Così l’uomo più ricco del mondo soffia sul fuoco della violenza razzista.
A cura di Valerio Renzi
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Elon Musk è l'uomo più ricco del mondo, ma è anche un punto di riferimento dell'estrema destra, e un generosissimo finanziatore della campagna di Donald Trump. Da quando ha deciso di acquistare Twitter, cambiandogli il nome in X, sulla piattaforma sono stati riammessi noti teorici del complotto, suprematisti e antisemiti, nel nome della totale libertà di parola.

Negli ultimi due anni ha scelto di prendere parola in prima persona su temi di attualità e di politica, ma anche spesso e volentieri ripostando contenuti controversi, facendo da megafono a fake news e alla propaganda dell'estrema destra. Pensiamo alla polemica politica sul match tra la pugile italiana Angela Carini e l'algerina Imane Khelif , quando il proprietario di Tesla ha twittato "Gli uomini non appartengono agli sport per le donne #StandWithAngelaCarini", diventando il campione delle culture war della destra a livello globale.

In questi giorni il nuovo evento che sta catalizzando la propaganda e il discorso dell'estrema destra sono le sommosse razziste in corso in Inghilterra, a Southport, dove a seguito di un'accusa di stupro contro degli "stranieri", si sono verificati violenti incidenti, pestaggi e ronde, l'incendio di due centri di accoglienza. Musk ha risposto alle immagini di incidenti tra le comunità migranti e i gruppi razzisti scrivendo: “Civil war is inevitable”.

Parole a cui ha risposto per le rime lo stesso premier inglese Keir Starmer: "Non c’è alcuna giustificazione per quelle dichiarazioni. Non possiamo legittimare la criminalità violenta, chi la fomenta dovrà affrontare tutta la forza della legge". Qualche ora dopo il leader laburista tornava sulla questione scrivendo "Non si tratta di proteste, ma di pura violenza. Non tollereremo attacchi alle moschee o alle comunità musulmane", e questa volta è Musk che risponde: "Non dovresti preoccuparti degli attacchi a *tutte* le comunità?".

È inquietante che un uomo ricco, potente e influente come Musk parli di guerra civile, soprattutto quando è un sostenitore di quel Donald Trump che già una volta ha tentato di sovvertire i risultati delle elezioni, mentre i suoi sostenitori davano l'assalto al congresso pronti a "arrestare" gli esponenti Democratici.

In effetti Musk sembra ossessionato dall'ineluttabilità di una "guerra civile" in Europa. Il 12 novembre del 2013, rispondendo al famoso account X Radio Genoa, che da anni è un punto di riferimento per la diffusione di contenuti xenofobi e violenti, scriveva: "L’Europa sembra diretta verso la guerra civile". Da ottobre 2023 a oggi, in meno di un anno, Musk ha scritto che una "guerra civile" sta arrivando sette volte, sempre commentando tensioni tra comunità di migranti e residenti, sempre rispondendo alla propaganda di account complottisti e xenofobi.

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L'idea che il multimiliardario sposa è quella ad esempio propagandata dall'account Wall Street Silver (1,9 milioni di follower sul social di Musk) che scrive postando: "È già troppo tardi. Hanno raggiunto la massa critica. Gli attuali governi dell'UE non vogliono cambiare nulla. Tutto procede secondo programma e piano. Non lo percepiscono come un problema. Questo è il piano.". Musk alla cristallina presentazione della più classica delle teorie del complotto, che prevede un piano per sostituire i popoli europei con i migranti, la cosiddetta sostituzione etnica, ovviamente risponde parlando di "guerra civile" in arrivo.

Insomma dove Musk scrive "civil war" si potrebbe scrivere anche "racial war". Da una parte i bianchi, le popolazioni "originarie", dall'altra le popolazioni non bianche, conta poco se cittadini tedeschi, francesi, inglesi o italiani, quello che conta è l'origine, la provenienza. Da una parte chi vuole preservare la propria identità e la propria bianchezza, indissolubilmente legata ai confini, dall'altra tutti gli altri, gli invasori.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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