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Elezioni Comunali Reggio Calabria: pregiudicati nelle liste elettorali

Pregiudicati, indata e nipoti di boss della ‘Ndrangheta nelle liste per le elezioni comunali e provinciali a Reggio Calabria. Lo stesso candidato sindaco del Pdl è sotto indagine per smaltimento illegale di rifiuti, tra i suoi sostenitori assessori filmati mentre sparano a un cane.
A cura di Alessio Viscardi
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Il governatore della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, aveva garantito in una intervista a Panorama: “La prossima settimana andremo in prefettura a presentare le liste. Ci devono dire se, per un malaugurato errore materiale, abbiamo inserito qualche candidato discusso o discutibile. Non esiteremo a cassarlo. Immediatamente”. Eppure, a giudicare dai nomi inseriti nelle liste presentate in vista delle elezioni comunali di Reggio Calabria 2011, sembrerebbe esserci poco di pulito. Lo screening delle candidature lo presenta Il Fatto Quotidiano, a cominciare proprio dal candidato sindaco di Reggio Calabria, Demi Arena, del centrodestra.

Su di lui pende un'indagine per smaltimento illegale di rifiuti durante la sua amministrazione dell'Atam. Sempre nel centrodestra, c'è il Pdl Tonino Serranò, che è già consigliere comunale e che è stato filmato dai carabinieri mentre con un uomo del clan ‘ndranghetistico Serraino sparava ad un cane per provare una pistola. Le cose non vanno meglio per i candidati alla Provincia, tra cui spicca il nome di Michele Marcianò, che chiese al boss di Sinopoli, Cosimo Alvaro, di arruolare giovani da tesserare in Forza italia.

Rimanendo sempre in Provincia, c'è anche il candidato Francesco Barbieri, sindaco di San Ferdinando – comune sciolto per infiltrazione mafiosa – e Rosy Biasi, già rinviato a giudizio per peculato. Infine, tra i candidati c'è anche il nipote del boss Giuseppe Pesce, al seconolo Gaetano Rao, che nel 1983 fu denunciato per associazione mafiosa.

Come dimenticare Enzo Sidari, candidato per il Pdl e già assessore che, millantando contatti con il boss Paolo Martino, riusciva a raccattare cantanti e soubrette a Reggio Calabria. Nelle indagini, spunta anche il nome di Lele Mora. Liste poco pulite per quese elezioni 2011.

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