Elezioni comunali: lo spoglio infinito di Olbia fa vincere Giovannelli, il sindaco che il Pdl tradì
Quella delle elezioni comunali di Olbia è una storia che merita di essere raccontata. I curiosi sapranno che gli scrutini per l’elezione del sindaco la città gallurese si sono chiusi soltanto nella serata di ieri. Uno spoglio lunghissimo, (in Sardegna si è data precedenza allo spoglio delle schede sul referendum antinucleare) che ha tenuto gli olbiesi con il fiato sospeso. La partita, infatti, era piuttosto importante: ad affrontarsi c’erano Gianni Giovannelli e Settimo Nizzi. Prima di parlarvi dell’esito elettorale, facciamo assieme un passo indietro.
Siamo al febbraio del 2011 e Gianni Giovannelli, sindaco del Pdl in carica a Olbia dal 2007, viene sfiduciato dalla sua stessa giunta comunale: ben 21 consiglieri su 40 si dimettono tutti insieme. Dei “21 traditori” fa parte anche Settimo Nizzi (Pdl), sindaco della città sarda per 10 anni, cui Giovannelli è subentrato. Nizzi accoglie così la debacle di Giovannelli: “Finalmente abbiamo liberato la città da una persona incompetente, incapace e malvagia.”; gli fa eco Fedele Sanciu, coordinatore del Pdl che afferma: “Sfiduciare Giovannelli era l'unica risposta possibile. Non potevamo sostenere un sindaco che ha minato il progetto politico calato in città dal '97. Un modello di sviluppo che ha convertito Olbia nella seconda città sarda, in termini di Pil e flussi turistici.”
La questione al centro del contendere è come i due intendono amministrare la città: una città in cui negli ultimi 30 anni la minaccia dell'abusivismo edilizio è diventata più che reale. Così si legge su La Nuova Sardegna: "Da almeno trent'anni in questa capitale del boom turistico-immobiliare e dell'abusivismo edilizio suonano, troppo spesso inascoltati, i campanelli d'allarme sulla disinvoltura della gestione della cosa pubblica e sulle infiltrazioni delle cosche mafiose nell'economia. Ma è la prima volta che questo tema penetra in modo così esplicito nel confronto politico."
E’ una lotta intestina intensa che porta a una decisione irreversibile: mentre il comune viene commissariato, Giovannelli lascia il Pdl e decide di ricandidarsi alle elezioni, stavolta però tra le fila del centrosinistra. I giornali locali dipingono la sfida come una lotta sulla legalità e tracciano un profilo dei candidati particolarmente definito, che inquadra due personalità diametralmente opposte. Giovannelli è noto per il suo aplomb e per essere un uomo moderato lontano dalla politica dei fasti: più che gli incontri coi "big" ama i comizi e il faccia a faccia con la gente. Nizzi, invece, è uomo della realpolitik, un deputato del Pdl che, come riporta Luca Rochj su La Nuova Sardegna, in campagna elettorale fa girare megafoni che cantano "Menomale che Nizzi c’è” di chiara ispirazione berlusconiana.
Anche da Roma sanno che la partita è piuttosto seria: il comune di Olbia, come si è detto, è da sempre avamposto del Pdl sardo. In ragione di ciò, in una sfida che si fa sempre più personale, in soccorso di Giovannelli accorrono Bersani, Fini e Di Pietro. Chi l’avrebbe mai detto: Pd e Idv in appoggio di un ex militante di Forza Italia. Non da meno il sostegno che arriva a Nizzi: a suo fianco si schiera il premier in persona, che così come a Milano ci mette la faccia. Deve essere, però, che proprio quella faccia non convince più e dopo la debacle della Moratti, data vincente al primo turno, Berlusconi deve raccogliere anche la sconfitta di Olbia. Proprio nella serata di ieri, infatti, è arrivato il responso: Giovanni Giovannelli, ex sindaco di Forza Italia, sfiduciato dai suoi consiglieri a febbraio, diventa sindaco con il 52,37% delle preferenze, con un distacco di quasi 10 punti percentuali da Settimo Nizzi (43, 23%). Non resta che augurarsi, per il bene dei cittadini, che per lui questo mandato sia più tranquillo di quello precedente.