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Elezioni comunali di Bologna 2011: anche la Liberazione diventa terreno di scontro elettorale

25 aprile avvelenato dalla campagna elettorale in vista delle elezioni comunali di Bologna 2011: Manes Bernardini non canta l’inno nazionale, Virginio Merola lo denuncia pubblicamente, mentre dal palco si condanna il governo di Silvio Berlusconi e i suoi tentativi di modificare la Costituzione italiana.
A cura di Alessio Viscardi
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bologna

Le elezioni comunali di Bologna 2011 si avviano verso una campagna elettorale di veleni e polemiche. Già si erano sollevate polemiche per l'assenza dei candidati sindaco di Bologna alle celebrazioni del 21 aprile, soltanto Manes Bernardini era giunto in nome delle istituzioni, però questa volta sono scesi tutti in piazza in nome della Liberazione. Ma il 25 aprile viene avvelenato dai dissapori tra gli aspiranti primi cittadini del capoluogo emiliano. Manes Bernardini, Virginio Merola, Stefano Aldrovandi, Daniele Corticelli, Angelo Maria Carcano e Massimo Bugani, tutti i posa per le foto di rito.

Il vicepresidente della Regione, Simonetta Saliera, ha ricordato il valore di difendere la Costituzione dai “sgangherati tentativi di cambiare una carta che non puzza di muffa”, alludendo ai tentativi del governo Berlusconi di mettere mano alla carta fondante della democrazia italiana. Le parole hanno scatenato la reazione indignata del capolista alle elezioni comunali 2011, Lorenzo Tommasini, che in segno di dissenso ha lasciato la piazza dichiarando: “Sono andato a prendere un caffè. Qui si usano valori di tutti per fare campagna elettorale. Questo non era il palco del 25 aprile, ma il palco del Pd. Così non va, certe cerimonie vanno ripensate”. Ma il vicepresidente Saliera ha precisato al riguardo: “Non ho mai parlato del Governo. Non li ho mai citati. Si riconoscono da soli”.

Polemica cavalcata anche da Manes Bernanrdini, candidato sindaco di Bologna alle elezioni amministrative, che dal palco ha detto: “Non voglio fare polemiche, ma quando si parla di valori è bene non strumentalizzarli. Certi discorsi vanno bene in un comizio politico, ma non in uno istituzionale”. Il candidato leghista ha indossato una spilla con il tricolore sulla quale si poteva leggere il nome di Umberto Bossi.

Durissimo il giudizio del candidato del centrosinistra, Virginio Merola, che ha condannato Pdl e Lega a causa del comportamento di Manes Bernardini, che sarebbe rimasto in silenzio in segno di protesta durante l'intonazione dell'inno nazionale: “Il centrodestra, per salvare Berlusconi, offende la città con un candidato che non riconosce l'Italia ne l'Europa. Con questa destra non si può dialogare e Bologna merita candidati che siano al 100% anti-fascisti e allo 0% separatisti. Dietro a tutte le pagliacciate di Bernardini c'è solo il tentativo di salvare Berlusconi. Per colpa loro non si parla dei guai del paese ma solo delle prostitute del premier”.

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