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Elezioni a Quarto: voto inquinato? Coinvolto il presidente Luigi Cesaro, 22 telefonate al candidato arrestato

La vita politica di un intero paese gestita dalla camorra: l’inchiesta della Dda di Napoli getta una sinistra luce sulle elezioni comunali di Quarto 2011: due candidati arrestati, tra le intercettazioni 22 telefonate di Luigi Cesaro per la preparazione della tornata elettorale.
A cura di Alessio Viscardi
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È in pieno svolgimento la seconda giornata delle elezioni comunali 2011, ma il paese di Quarto – in Provincia di Napoli – viene scosso da nuove rivelazioni sulle indagini che hanno portato qualche giorno fa all'arresto di due candidati al consiglio accusati di rapporti con il clan camorristico dei Polverino. Dalle indiscrezioni pubblicate sui quotidiani locali sembrerebbe che il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro – anche detto “Giggino ‘a purpetta” – avrebbe telefonato ben 22 volte ad Armando Chiaro, il coordinatore del Pdl di Quarto finito in manette nell'operazione antidroga che ha messo dietro le sbarre quaranta uomini dei Polverino.

In una delle intercettazioni finite sulle prime pagine di numerosi giornali si legge come Chiaro passi il telefono a Nicola Imbriani, imprenditore locale molto attivo in politica. L'uomo fornisce rassicurazioni al presidente Luigi Cesaro riguardo un accordo fortemente voluto da Nicola Cosentino (Nick o' mericano) coordinatore regionale del Pdl. Si tratta dell'ingresso della lista “Noi Sud” nella coalizione di centrodestra alle elezioni 2011.

Accadeva diciotto giorni prima che Armando Chiaro e Salvatore Camerlingo finissero in manette per i rapporti con il clan di Giuseppe Polverino. Chiaro è candidato come capolista alle elezioni amministrative di Quarto. Nonostante le intercettazioni siano agli atti della Procura, Luigi Cesaro e Nicola Cosentino non sono indagati. Secondo quanto emerge dall'informativa dei carabinieri del Noe, i momenti cruciali della vita di Quarto negli ultimi mesi sono stati fortemente influenzati dalla rivalità politica tra Chiaro e l'imprenditore Imbriani, sfuggito al blitz delle forze dell'ordine. Quando a inizio 2011 si vociferava dell'apertura di una discarica nell'area comunale, per risolvere l'emergenza rifiuti di Napoli, i due erano ferocemente divisi sul da farsi. La contrapposizione portò a un nulla di fatto, ma l'operazione sarebbe servita per acquisire “maggiore visibilità nella compagine camorristica”.

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