“Elettrodi sulla lingua e stupri”, le torture del ghanese quasi linciato dai migranti di Lampedusa
Stava per essere linciato dai migranti del centro di accoglienza di Lampedusa quando i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, diretta da Giovanni Minardi, lo hanno arrestato. Si chiama Eric Sam Ackom, ha vent'anni e viene dal Ghana. Le sue vittime lo conoscerebbero con il nome di Fanti e tra i carcerieri stato il più crudele. Le denunce vengono da più parti all'interno del centro di accoglienza siciliano e ora la polizia sta raccogliendo testimonianze, mentre la Procura di Palermo indaga sul ventenne cui si contestano i reati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta, sequestro di persona, violenza sessuale, omicidio aggravato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I migranti, ridotti in stato di prigionia nelle "safe house" in Libia, venivano torturati mentre chiamavano a casa per chiedere i soldi. L'estorsione veniva dunque realizzata tra le grida di dolore della vittima stessa. Dettagli raccontati tra gli altri anche da Victory, che spiega agli inquirenti che lui e altri migranti erano costretti in una casa-ghetto nel deserto, dove venivano torturati tutti i giorni. A capo della banda di criminali c'era un tale "Alì il libico", mentre Fanti era il più spietato tra gli aguzzini:
Ogni giorno telefonavano alla mia famiglia e mentre avanzavano a mio fratello le loro richieste estorsive, consistenti nella richiesta di denaro, mi torturavano e mi seviziavano, in maniera tale da fargli sentire le mie urla strazianti. Dopo cinque mesi di lunga prigionia e sistematiche violenze subite , mio fratello gli fece pervenire 200 mila cfa [franco Cfa, utilizzato in 14 paesi africani, Ndr] a fronte delle 300 mila richieste.
Testimonianze simili sono state rese anche da altri ospiti della struttura siciliana. C'è chi racconta che gli aguzzini facevano stendere le vittime pancia a terra, con le gambe legate e i piedi in sospensione. Poi la telefonata a casa, mentre Fanti colpisce la vittima con un tubo di gomma ovunque, ma preferibilmente sotto la pianta dei piedi, in modo tale da rendere impossibile, dopo, anche camminare. Non finisce qui: acqua bollente veniva buttata sui migranti fino a causar loro ustioni molto gravi. Altra tortura prevedeva il collegamento di elettrodi alla lingua e la liberazione di energia elettrica. Non mancano nemmeno violenze sessuali, fino al compimento di stupri di gruppo.
Vadro, nigeriano di 21 anni, racconta anche di omicidi: "ho sentito che l'uomo che si faceva chiamare ‘Rambo' ha ucciso un migrante. So che mio cugino e altri hanno provato a scappare e che sono stati ripresi e ridotti in fin di vita, a causa delle sevizie cui sono stati sottoposti. Temo che anche lui sia stato ucciso". Solo dopo il pagamento del riscatto, ai migranti veniva concesso di proseguire il viaggio verso l'Italia.