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Eleonora Perraro uccisa a botte e morsi: la notte del delitto è stato picchiato anche il suo cane

Il cane di Eleonora Perraro, la 43enne uccisa il 5 settembre scorso al Sesto Grado di Nago, entrerà a far parte delle indagini sull’omicidio: i legali della famiglia hanno depositato in procura tutti gli atti finalizzati a provare che l’animale è stato picchiato, la stessa notte in cui è stata aggredita la padrona. In carcere sospettato dell’omicidio c’è il marito della vittima, Marco Manfrini.
A cura di Susanna Picone
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L'ultima foto pubblicata dalla vittima su Facebook
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Il cane di Eleonora Perraro picchiato con violenza, colpito alla testa, al corpo e agli arti. Picchiato, secondo la famiglia della quarantatreenne uccisa a botte e morsi la notte del 5 settembre scorso in Trentino, al Sesto Grado di Nago, nelle stesse ore in cui la sua padrona veniva ammazzata. A riportare la questione del cane di Eleonora è il quotidiano L’Adige.it, che scrive che i legali della famiglia, gli avvocati Andrea Tomasi e Claudio Losi, hanno depositato in procura tutti gli atti finalizzati a provare che l’animale è stato picchiato la stessa notte in cui è stata aggredita la sua padrona. I familiari di Eleonora non hanno dubbi sulla tempistica: se il cane fosse stato ferito, difficilmente quella sera la donna e il marito cinquantenne Marco Manfrini (indagato per omicidio volontario aggravato) se lo sarebbero portato dietro. Non ci sono dubbi neppure riguardo alle lesioni: è stata fatta fare una consulenza veterinaria sulle condizioni di Achille e il veterinario ha convenuto che è stato colpito numerose volte con violenza. Se fosse stato un cucciolo o un cane anziano sarebbe morto. Gli stessi legali di parte civile hanno depositato un documento che attesta la proprietà dell’animale. Achille era stato recuperato dai familiari della vittima all'indomani del delitto: era rimasto tutta la notte accanto a Eleonora.

Il marito di Eleonora in carcere dice di non ricordare nulla – La violenza anche contro il cane sarebbe un elemento ulteriore da valutare e quale sarà il significato che gli inquirenti daranno a questo dettaglio lo deciderà il magistrato titolare dell’indagine. Per la procura è stato il marito di Eleonora, Marco Manfrini, a commettere il femminicidio. L’uomo, che si trova in carcere, dice di non ricordare quanto avvenuto quella notte. Subito dopo l’arresto si era limitato a dire di essersi svegliato al mattino con a fianco la moglie morte. Eleonora Perraro aveva chiari segni di percosse al volto ed ecchimosi sul corpo, lui aveva i pantaloncini sporchi di sangue. Pochi giorni prima Manfrini aveva ricevuto un ammonimento per violenze.

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