Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Elena Rotaru, 51 anni, con una figlia e senza reddito di cittadinanza: “È difficile sperare”

Tra le migliaia di persone che hanno ricevuto l’sms dell’Inps c’è pure Elena Rotaru, 51 anni, con una figlia appena maggiorenne di cui occuparsi. La sua storia.
A cura di Luisa Santangelo
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"Sono stata lasciata con un messaggio". Elena Rotaru fa la battuta a cui probabilmente tutti hanno pensato, dopo l'sms dell'Inps (Istituto nazionale di previdenza sociale) che comunicava la sospensione del Reddito di Cittadinanza. Lei lo ha ricevuto giovedì pomeriggio, ma lo ha capito ieri. Quando, andando al Caf per chiedere informazioni sul rinnovo del contributo che le spettava per la figlia, a esclusivo carico suo, le hanno spiegato che lei il Reddito non lo avrebbe più avuto. "Si sapeva che lo avrebbero dovuto togliere – dice a Fanpage.it – ma non pensavo che lo avrebbero tolto a una persona in una situazione come la mia. C'è mia figlia che ha appena compiuto 18 anni e deve fare l'ultimo anno del liceo, c'è l'affitto da pagare".

Lei ha 51 anni e viene dalla Romania. È arrivata in Italia 23 anni fa e da allora vive a Catania. Il capoluogo etneo, con le sue novemila comunicazioni di sospensione inoltrate dall'Inps, è la quarta città d'Italia per numero di interruzioni del Reddito di cittadinanza. Qui è nata sua figlia, qui ha costruito tutta la sua vita. Qui, per 15 anni, fino al 2022, ha lavorato in nero in un negozio di mobili usati. Cento euro a settimana, per lavorare cinque giorni a settimana, fino alle 13.30.

"In realtà, a un certo punto a loro servivano delle agevolazioni e quindi mi hanno assunta… Per due anni, poi mi hanno rimessa in nero", dice. Ci ha provato a trovare un lavoro migliore, in regola, meglio pagato. "Ma non ci sono riuscita". Ha un diploma da odontotecnica, conseguito in Romania, che non è mai riuscita a usare in Italia. "Non so neanche se valga. Quello che voglio dire è che non sono un'ignorante, io ho studiato…".

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E ha lavorato, finché ne ha avuto la possibilità. "Finché lavoravo, anche se in nero, non mi è mai venuto in mente di chiedere il Reddito di cittadinanza. Un'entrata l'avevo, me la sudavo, facevo il possibile con quei pochi soldini". Poi, a febbraio 2022, viene mandata a casa. "Avevano deciso di tenere solo persone più giovani, in negozio". Da quel momento in poi, una ricerca vana dietro l'altra. "Non ci spero neanche più di trovare lavoro come commessa. Ma nemmeno nelle pulizie. Anche lavorare nelle pulizie è difficile. E anche fare la badante, di questi tempi". Dopo la pandemia, in tempi di difficoltà economiche, "le famiglie provano a pensare da sé agli anziani", spiega.

"Non ho mai avuto la possibilità di chiedere la cittadinanza italiana, perché devi dimostrare di avere un certo reddito. E io come lo dimostravo, senza essere in regola?". Una difficoltà in più anche nella ricerca di un impiego. Così, a ottobre 2022, costretta dalla necessità, Rotaru chiede e ottiene il Reddito di cittadinanza. "Erano 668 euro, perché c'era anche il contributo per mia figlia, che era ancora minorenne". Con un contratto d'affitto e una nuova serenità, continua a cercare lavoro. "Ma nessuno era mai disponibile a mettermi in regola. Mi dicevano che dovevano pagare di tasse più di quanto avrebbero dato a me".

In questi mesi, nonostante le ripetute visite al Centro per l'impiego, non c'era mai un'offerta di lavoro che facesse per lei. "Non mi hanno mai proposto niente", afferma. "Hanno sempre detto che non ero adatta a nessuna delle posizioni che c'erano". Poi i corsi di formazione che non sono partiti e, adesso, il messaggio che l'avvisa di non avere più diritto a niente. Nemmeno alla social card che il governo Meloni ha istituito per dare una mano alle famiglie con la spesa. "Bisogna essere al minimo in tre, io e mia figlia siamo solo due. Ok, ci togli il Reddito, ma prima aiutaci a trovare un lavoro. Adesso ognuno farà come può, si tornerà ad accettare il lavoro in nero, se si trova…".

E adesso come farà? "Bisogna ridimensionarsi in base alle proprie possibilità, no?". Per questo il trilocale, due stanze e cucina, dove vive con la figlia, potrebbe doversi trasformare anche in un monolocale. Con gli aiuti che le arrivano dalla madre, rimasta in Romania. "Anche questo è un po' strano, no? Di solito si mandano i soldi da qua al proprio Paese. A me, invece, succede il contrario".

Lei non si vuole buttare giù, anche se alla figlia ancora non ha detto di essere rimasta senza il Reddito di cittadinanza. "Sono una persona ottimista, spero sempre che le cose cambino. Spero di riuscire a trovare qualcosa per me… però a volte è difficile sperare". E conclude: "Ci si sente… Non voglio dire umiliati, però sì: ci si sente umiliati, ecco".

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