Elena Del Pozzo, esclusa nuova perizia per la mamma Martina Patti: processo continua
Nessuna nuova perizia per Martina Patti, non ci saranno altri elementi da raccogliere nel processo a carico della donna rea confessa dell'omicidio della figlioletta, la piccola Elena Del Pozzo, la bimba di 5 anni uccisa nel giugno di due anni fa vicino casa a Mascalucia, in provincia di Catania. La Corte d’Assise di Catania infatti ha respinto la richiesta di una nuova perizia del Tribunale per l’imputata, avanzata dai pm che sostengono l’accusa, stabilendo che le consulenze già presentate dalle parti siano sufficienti ad arrivare a un giudizio.
Era stato il procuratore aggiunto Fabio Scavone a presentare l’istanza in Tribunale chiedendo ai giudici di nominare dei consulenti del tribunale e ordinare una nuova perizia super partes sulla mamma 27enne che rimane in carcere dal giorno del suo arresto. La richiesta per valutare le capacità effettiva di intendere e volere di Martina Patti al momento dell’omicidio della figlia Elena Del Pozzo. Il presidente della Corte, però l’ha respinta, stabilendo che le perizie di parte già depositate sono sufficienti.
Una decisione che velocizza il processo visto che in caso contrario il dibattimento sarebbe stato sospeso per premettere ai consulenti nominati di poter esaminare l’imputata. Come già stabilito dal calendario delle udienze, il processo ora proseguirà con la requisitoria del pm che alla fine di giugno farò la sua richiesta di condanna, seguita dall’intervento dell’avvocato del papà della piccola Elena, Alessandro Del Pozzo, che si è costituito parte civile. Infine a luglio sarà la volta dei difensori di Martina Patti mentre la sentenza è attesa dopo la pausa estiva, a settembre.
La donna ha confessato già il delitto ma la sentenza ruoterà attorno alla capacità di intende della donna in quel momento e sulla premeditazione che, se riconosciuta, potrebbe aggravare la pena in caso di condanna. Quel 13 giugno 2022, Martina Patti andrò a prendere la figlioletta all'asilo, la condusse in un campo non lontano dalla loro abitazione e qui la uccise e coltellate, seppellendola in una buca poco profonda prima di simulare un rapimento da parte di un commando di uomini incappucciati.
Messa di fronte alle incongruenze del suo racconto, la donna aveva poi confessato facendo ritrovare il corpo senza vita della piccola Elena Del pozzo. Secondo lo psichiatra consulente della difesa, l’imputata nel momento dell’omicidio era in uno stato dissociativo e quindi incapace di intendere e di volere.