Elena Ceste, il mistero dei vestiti asciutti nel cortile infangato
Ai tanti misteri sul caso Elena Ceste, la donna di 37 anni scomparsa dalla sua casa di Costigliole d’Asti lo scorso gennaio e ritrovata senza vita il 18 ottobre in un canale di scolo non lontano dalla sua abitazione, ce n’è uno su cui si stanno in particolar modo concentrando le indagini dei carabinieri. Riguarda le azioni del marito di Elena Ceste, il vigile del fuoco 44enne Michele Buoninconti, che risulta indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. L’uomo, in seguito alla scomparsa di sua moglie nel gennaio del 2014, ha dato l’allarme e agli inquirenti ha consegnato gli abiti della donna che aveva ritrovato nel giardino di casa. Abiti – il maglione, il reggiseno, gli slip e una maglietta – risultati stranamente asciutti mentre quel giorno la pioggia sarebbe scesa copiosa sulla città. Sopra gli indumenti di Elena Ceste non c’era alcuna traccia di fango. Perché l’uomo avrebbe, tra l’altro, raccolto subito gli indumenti della moglie? Come ricostruisce La Stampa, i carabinieri glielo avrebbero contestato subito in quanto tutto doveva essere lasciato come lo aveva trovato.
Le indagini puntano a ricostruire i 27 minuti della scomparsa di Elena Ceste
Dal materiale raccolto dal marito mancavano inoltre le calze, che Buoninconti non avrebbe visto subito e che sarebbe tornato a riprendere in un secondo momento. Erano calze nuove, come se non fossero mai state indossate. Anche gli occhiali da vista di Elena Ceste, quelli di cui la donna non poteva fare a meno, sarebbero saltati fuori solo successivamente. Il procuratore capo di Asti Giorgio Vitari ha spiegato che parte dell’indagine sul caso di Elena Ceste si concentra proprio su questo aspetto della ricostruzione di quei 27 minuti in cui la donna scompare dalla sua casa, nuda, lungo il sentiero che va al luogo in cui è stato trovato il cadavere nove mesi dopo.