Elena Ceste, il marito Michele Buoninconti smentito dal parroco
Oggi Michele Buoninconti, l’uomo in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie Elena Ceste e di averne nascosto il cadavere a pochi passi dalla sua casa a Costigliole d'Asti, comparirà davanti ai giudici del tribunale del Riesame. I suoi legali tenteranno di farlo uscire dalla cella del carcere di Asti dove si trova dal 29 gennaio scorso. Gli avvocati hanno già provato una prima volta a far uscire Buoninconti dal carcere, ma il gip ha respinto la loro richiesta. Intanto sono emersi nuovi particolari che fanno traballare la ricostruzione del marito di Elena Ceste. A parlarne è il quotidiano La Stampa. “Li ho messi in un portaoggetti sull'auto, li ho presi tenendoli con due dita al centro, caso mai qualcuno li avesse toccati”, ha spiegato Buoninconti parlando degli occhiali da vista che ha detto di aver trovato in auto ma “che non erano di Elena”. Un racconto smentito dal parroco, don Roberto Zappino, che avrebbe parlato di un colloquio col marito di Elena Ceste: “Mi disse che in uno di questi giri, nel controllare i vestiti che aveva sul sedile, nell'atto di portarli in casa, si era accorto che in mezzo a questi vi erano gli occhiali della moglie”. Il sacerdote ricorda bene il momento in cui Buoninconti gli riferì la cosa, in particolare “lo stupore del fatto che c'erano anche gli occhiali tra i vestiti”.
Le calze di Elena Ceste e il mistero del copriletto – Tra gli elementi che l’indagato consegna agli inquirenti dopo la scomparsa della moglie ci sono anche delle calze di Elena. Lui racconta di averle trovate davanti a casa, ma gli investigatori rilevano tracce di fango provenienti dal luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere della donna. “Non so il motivo – ha tentato di spiegare Buoninconti -. Io ho cercato mia moglie, se ho sporcato le calze mentre le raccoglievo non so dirlo”. Un altro mistero è quello legato al copriletto giallo forse usato per avvolgere il corpo di Elena. La mattina della scomparsa della moglie, Buoninconti rifà il letto: “Non so perché l'ho fatto e ho invece lasciato le tazze della colazione sul tavolo. Può essere che il letto l'ho fatto dopo tempo, non ricordo in che momento l'ho rifatto”.