Elena Ceste, il marito interrogato: “Lei gelosa, io invece mi fidavo”
Michele Buoninconti, il vigile del fuoco di Costigliole d’Asti accusato dell’omicidio della moglie Elena Ceste, nel corso dell’ultimo interrogatorio prima dell’arresto avvenuto lo scorso gennaio – circa un anno dopo la scomparsa di sua moglie da casa – avrebbe descritto se stesso come un uomo che si fidava della sua compagna. E avrebbe al contrario descritto Elena, ritrovata morta lo scorso ottobre in un canale non lontano da casa, come una donna molto gelosa che “si lamentava del fatto che io non fossi geloso”. Le parole che Buoninconti avrebbe pronunciato nel corso dell’ultimo interrogatorio prima dell’arresto sono state riportate dalla rivista della trasmissione “Quarto Grado”. “Io – avrebbe detto Buoninconti parlando di sua moglie – le spiegavo che quello che lei chiamava menefreghismo in realtà si traduceva in fiducia”. “Ho sempre visto mia moglie – così ancora il vigile del fuoco – come una donna felice e appagata del suo presente, non ho mai avuto sentore di disagio e a tuttora non sento di avere nulla da rimproverarmi: il desiderio di ripescare tramite Facebook vecchie amicizie anche della scuola lo addebito alla curiosità”.
Anche il settimanale “Giallo” riporta delle indiscrezioni in merito a quell’interrogatorio. Quando i carabinieri avrebbero fatto notare a Buoninconti che dai messaggi su Internet estrapolati dalle chat della moglie sarebbe emerso un “controllo” da parte sua, l’uomo avrebbe risposto con queste parole: “Se mia moglie si lamentava del mio controllo… Non è mia moglie”. E in merito ai presunti responsabili della sua morte avrebbe detto: “Se è morta qualcuno l’ha ammazzata. Tutti incolpate me, ma andate a vedere se tra gli uomini che aveva (così mi dite voi) c’è qualche donna gelosa…”. Nelle scorse settimane i legali del vigile del fuoco hanno spiegato il perché della loro decisione di chiedere per il loro assistito il rito abbreviato: “Michele Buoninconti continua a dirsi innocente, certo che emergerà la realtà”.