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Omicidio Giulia Cecchettin

Elena Cecchettin dopo le parole del padre di Turetta: “Smettere di tacere su normalizzazione del femminicidio”

“Hai avuto un momento di debolezza, non sei l’unico. Ci sono altri femminicidi”, ha detto Turetta senior al figlio in carcere per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Su Instagram la sorella di quest’ultima replica indirettamente: “Normalizzazione del femminicidio, continuiamo a fare rumore, a rompere questo silenzio omertoso”.
A cura di Biagio Chiariello
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"Non credo di aver molto da aggiungere alle parole che ho detto a novembre. Di mostri non ce ne sono, c'è però una normalizzazione sistematica della violenza, e in quanto sistematica dipende dalla nostra società, dipende da tutti". Così su Instagram scrive Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, la studentessa di 22 anni morta a novembre per mano dell'ex fidanzato Filippo Turetta, a poche ore di distanza dalla notizia secondo la quale il padre del giovane autore dell’atroce delitto, intercettato in carcere a colloquio con il figlio, gli avrebbe detto: "Non sei l'unico. È stato solo un momento di debolezza".

"Non sono sorpresa da certe notizie, assolutamente" continua Elena in un'altra storia sul social media. "E quindi ribadisco il concetto. La liberazione della violenza patriarcale parte dal rifiutare la violenza contro le donne e contro le minoranze, rifiutare ogni giustificazione, perché non c'è mai una giustificazione per l'oppressione" scrive ancora.

Quindi prosegue: "Bisogna ammettere di tacere davanti alla normalizzazione del femminicidio, continuiamo a fare rumore, a rompere questo silenzio omertoso. Per Giulia e per tutti gli altri ‘duecento' femminicidi, perché nessuna vittima deve rimanere una statistica", conclude la ragazza.

I messaggi di Elena fanno seguito a quelli del cugino, Giovanni Passarotto, che in giornata sempre su Instagram aveva manifestato la propria rabbia nei confronti di Turetta senior: "Sono profondamente deluso e arrabbiato. Il padre di Filippo ha fallito come persona e come genitore. Anziché riconoscere la gravità del crimine commesso dal figlio, ha cercato di minimizzarlo, dimostrando una mancanza totale di responsabilità e comprensione".

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