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Egitto, 31enne italiano condannato all’ergastolo: era stato trovato in possesso di marijuana

Giacomo Passeri, da un anno detenuto al Cairo dopo essere stato arrestato con l’accusa di detenzione e traffico internazionale di sostanze stupefacenti, è stato condannato in primo grado all’ergastolo con 25 anni da scontare nelle carceri egiziane.
A cura di Davide Falcioni
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Il 31enne italiano Giacomo Passeri, da un anno detenuto al Cairo dopo essere stato arrestato con l'accusa di detenzione e traffico internazionale di sostanze stupefacenti, è stato condannato all’ergastolo con 25 anni da scontare nelle carceri egiziane.

Il processo a carico del giovane, originario della Sierra Leone, cresciuto a Pescara e residente da alcuni anni a Londra, è stato celebrato lunedì 19 agosto mentre l'arresto risale al 23 agosto del 2023, quando venne trovato in possesso di una modesta quantità di marijuana. "Siamo stupiti e scioccati da un epilogo che non ci saremmo mai aspettati. Lui si è sempre dichiarato innocente, si sente abbandonato", hanno commentato i fratelli dell'imputato Andrea e Antonio Passeri, raccontando a Repubblica il contenuto di alcune lettere inviate loro dal 31enne, missive nelle quali afferma di essere stato "torturato" e "rinchiuso per ore in una cella piena di feci, urine, scarafaggi, con le manette talmente strette da non far più scorrere il sangue nelle dita". Passeri ha inoltre riferito di essere stato condotto in una cella "con 12 detenuti accusati di omicidio, tentato omicidio", quindi operato d’appendicite e "abbandonato senza cure per giorni" tra li minacce e i maltrattamenti dei secondini.

Quello di Passeri è un caso già noto alla Farnesina e all’Ambasciata italiana al Cairo, che speravano in una sentenza più lieve da parte dei giudici, sebbene in Egitto i reati di droga siano sempre puniti molto severamente. L'italiano ha sempre raccontato di aver avuto con sé "una modica quantità di marijuana", tesi tuttavia smentita dalla polizia che il 23 agosto scorso l’ha fermato in un hotel di Sharm el-Sheik. Secondo i giudici Passeri avrebbe avuto con sé molta droga e avrebbe fatto parte di una rete di spaccio internazionale.

Nella speranza che in secondo grado Passeri possa dimostrare la sua innocenza, e che la pena venga quanto meno ridotta, della vicenda si sta interessando anche la politica: "Siamo preoccupati, indignati e sconcertati", hanno commentato il deputato di Avs Marco Grimaldi e il segretario abruzzese di SI Daniele Licheri, "dopo aver appreso della sentenza shock". "Abbiamo visto la vicenda Regeni, la vicenda Zaki, non ci fidavamo di chi diceva che in Egitto andava tutto bene. Cosa ha fatto il governo per evitare che Luigi Giacomo Passeri non subisse un processo farsa e una detenzione che rischia di portargli via tutta la sua giovane vita?".

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