Egitto, 27enne italiano fermato dalla polizia al Cairo: “Sto bene, torno a casa”
UPDATE: Sta bene e presto rientrerà in Italia Calogero Nicolas Valenza, il ragazzo di Gela fermato domenica dalla polizia al Cairo. Il 27enne è riuscito a chiamare la famiglia e rassicurarla grazie all'ambasciata italiana. "Mamma sto bene. State tranquilli. Aspetto che il magistrato firmi il mio rilascio e poi prendo l'aereo e torno in Italia" ha spiegato l'uomo. La chiamata, hanno fatto sapere fonti del ministero degli esteri, si è svolta alla presenza di un avvocato di fiducia indicato dall'ambasciata. Secondo quanto ricostruito dalla famiglia e dal loro legale, al fermo del ragazzo si sarebbe giunti nell'ambito di un'inchiesta su un gruppo di giovani di varie nazionalità indagati dalla polizia egiziana per traffico di sostanze stupefacenti. Uno di loro avrebbe fatto il nome di Nicolas, ma non si sa con che tipo di accuse.
Calogero era stato fermato all'aeroporto del Cairo
CAIRO – Sono ore di angoscia per la famiglia di Calogero Nicolas Valenza, un 27enne italiano di Gela (Caltanissetta) che da domenica non dava notizie di sé dopo aver preso un volo dalla Spagna al Cairo domenica. La vicenda è ancora molto oscura: secondo quanto detto dalla Farnesina, Calogero, che da quattro anni vive in Spagna, sarebbe stato fermato dalla polizia egiziana direttamente in aeroporto. Da domenica, quindi, la famiglia non riesce a mettersi in contatto con il suo congiunto.
Immediatamente dopo l'allarme dei cari di Calogero, il ministero degli Esteri si è messo in contatto con le autorità egiziane che hanno confermato che il ragazzo è stato fermato e trattenuto dalle forze di sicurezza, ma non hanno dato alcuna spiegazione sulle ragioni del fermo.
L'ultimo contatto del giovane con sua madre c'è stato domenica mattina alle 11. Calogero la informava che avrebbe preso un volo da Barcellona, dove vive e lavora come pr, per raggiungere l'Egitto per andare a trovare un'amica e che si sarebbe fatto sentire una volta giunto a destinazione. Da allora il vuoto, nessun contatto e il cellulare è irrangiungibile. Solo dopo l'interessamento della Farnesina, la famiglia, seguita dall'avvocato Nicoletta Cauchi, è venuta a sapere che il giovane si trova in stato di fermo, ma non è stato possibile mettersi in contatto con lui.
I genitori, padre metalmeccanico, madre casalinga, hanno cercato di rintracciarlo. Il fratello minore, Davide, 22 anni, ha attivato i social network, ma inutilmente. I messaggi, anche tramite Whatsapp sono rimasti senza risposta.
Pare che il suo nome fosse stato segnalato e che potrebbe essere stato fermato per un problema di droga, ma su questo ancora non c'è alcuna conferma.
Il ministero degli Esteri italiano ha assicurato che sono stati attivati i canali diplomatici per garantire al giovane italiano ogni suo diritto, ma subito tornano alla mente i casi di Patrick Zaki, studente egiziano in Erasmus a Bologna, fermato anche lui dalla polizia egiziana al ritorno in Egitto e detenuto nelle tremende carceri egiziane ormi da 200 giorni, o quello ancora più tragico di Giulio Regeni, fermato, torturato e ucciso dalle forze dell'ordine egiziane e da allora al centro di una spinosa diatriba diplomatica che ha reso sempre più difficili i rapporti tra Italia ed Egitto.