Quando ho letto le prime agenzie di stampa non ho avuto dubbi:anche dietro a questa ultima indagine sulla sanità lombarda che ha portato all'arresto eccellente (tra gli altri) del fedele maroniano Fabio Rizzi non poteva che esserci Giovanna Ceribelli. Lei, 68 anni portati con energia, è stata una delle persone con cui ho avuto la fortuna di collaborare nel Consiglio Regionale della Lombardia e, da sempre, è considerata una "scassaminchia". Commercialista da 10 anni si impegna nel collegio sindacale di alcune aziende ospedaliere lombarde e i conti e gli appalti li verifica davvero, prendendo seriamente sul serio il proprio ruolo. Da un suo esposto è partita l'indagine.
Allora Giovanna, rompere le scatole funziona?
(Ride) Direi di sì. Ma le scatole le riesci a rompere se hai voglia di andare a verificare, a vedere, a toccare con mano. Se qualcuno pensa di poter controllare facendosi passare le pratiche e sfogliandole in mezza giornata certo non è possibile.
Cominciamo a raccontare un po' di te: la tua prima nomina come sindaco revisore dei conti nel mondo della sanità pubblica risale al?
2006, presentata dal gruppo di Rifondazione Comunista, poi rinominata con presentazione di SEL nel 2012 e attualmente rinominata senza essere stata presentata da nessun gruppo politico: ho raccolto 228 firme tra i cittadini, anche se ne bastavano 100. 228 firme in 15 giorni.
La tua esperienza però ci dice che ci sono spazi all'interno dell'amministrazione pubblica per potersi impegnare attivamente in prima persona, per essere cittadini…
Molto. Io mi ritengo una professionista seria, nel senso dello svolgere appieno la propria professione e poi è chiaro che subentra un impegno come cittadina che sente i problemi che stanno scuotendo ormai da troppo tempo questo Paese. È ora che si cambi passo, specialmente nel pubblico.
Ma c'è stato lo sbandierato "cambiamento" nel mondo della sanità con l'avvento di Maroni, dopo Formigoni?
Io non voglio dare un giudizio politico, questo lo lascio agli altri, ma indubbiamente non c'è stato un passo diverso all'interno del sistema. Qui parliamo dell'esistenza di un "sistema" malato, più o meno profondamente. Tutti gli appalti che ho controllato presentavano stranezze. E non solo nel sistema sanità ma in generale nel sistema pubblico. Va cambiato il metodo di controllo: ora hanno addirittura ridotto il numero dei sindaci revisori nei collegi sindacali delle aziende ospedaliere… Io non capisco. Ma è davvero un risparmio? Non conveniva porre degli obbiettivi ai colleghi sindacali nelle verifiche come avviene per i direttori generali? Sarebbe stato molto meglio. Bisogna cambiare metodo.
Eppure sull'oggetto di questa inchiesta avevamo cominciato (io ero tra i firmatari) a presentare interrogazioni anni fa in Consiglio Regionale…
Questa è un'inchiesta che va avanti da tre anni, se non di più. Su questa verifica sono partita tempo fa e non ho potuto controllare al Bolognini (l'ospedale da cui è partita l'inchiesta nda) di persona perché non ci avevano fatto entrare e era dovuta intervenire addirittura la Guardia di Finanza. I riscontri quindi ci sono quando hai disponibilità delle carte e qui gli investigatori e i magistrati hanno fatto un gran lavoro sviluppando molto seriamente l'inchiesta.
Ma è possibile che ancora una volta debba intervenire la magistratura prima della politica?
A questo punto ci si chiede come mai non sono state prese alcune iniziative politiche. Io leggo che sono state presentate molte interrogazioni ma ci sarebbe da chiedersi dov'era il PD…
Perché loro ne erano a conoscenza?
Certo. Mi risulta che qualcuno ne fosse al corrente.
E non si sono mossi?
No. E c'è da chiedersi il perché.
Tu non sei mai stata molto "amata" dai tuoi superiori…
Ci mancherebbe! All'interno del Bolognini hanno provato a isolarmi ma per fortuna ho avuto colleghi che sono stati dalla mia parte. Ma ci sta, io quando arrivo per verificare non ho interesse a risultare simpatica e benvenuta. Anzi: mi preoccuperebbe il contrario!
Ma hai avuto anche politici vicino, immagino…
Certo, penso a Lucrezia Ricchiuti (ex sindaco PD di Desio ora senatrice) e ho avuto la fortuna di lavorare con molti personaggi politici positivi. Ci sono pezzi di politica che apprezzano la correttezza.
E adesso?
Magari trovare qualche altro revisore che abbia voglia di sporcarsi le mani. Io sto rilasciando interviste proprio per questo, per lanciare un appello a chi ha voglia di mettersi in gioco.