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Ebola, Papa si congratula con Lorenzin per la guarigione del medico italiano

Papa Francesco si è congratulato con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin per la guarigione di Fabrizio Pulvirenti, il medico colpito da Ebola in Sierra Leone, e per la prova data dai tanti operatori che mettono a repentaglio la propria vita per aiutare chi soffre.
A cura di Susanna Picone
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Dopo la conferenza stampa di ieri – quando finalmente lo staff dell’Istituto Spallanzani ha potuto annunciare le dimissioni di Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency colpito da Ebola in Africa – Papa Francesco si è congratulato in mattinata con il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per la guarigione del paziente zero italiano e per la prova data dai tanti operatori che mettono a repentaglio la propria vita per aiutare chi soffre. A rendere nota la notizia fonti vicine al Ministero della Salute. Da quanto si apprende, Papa Francesco ha fatto pervenire la sua vicinanza a tutti i malati di Ebola, ai medici, ai sanitari impegnati con eroismo quotidiano, che sempre sono presenti nelle sue preghiere. Un grande messaggio di positività e di speranza, avrebbe sottolineato ancora, per le popolazioni colpite dal virus e per tutti gli italiani, che possono gioire per delle strutture di così alta professionalità, competenza e umanità. Il Pontefice, inoltre, si sarebbe informato sui progressi della ricerca per la cura sugli interventi in Africa occidentale, esprimendo grande vicinanza per chi ogni giorno si impegna con coraggio per l'assistenza dei malati.

Il medico Fabrizio Pulvirenti: “Tornerò in Africa”

Nel corso della conferenza stampa di ieri allo Spallanzani per la prima volta ha parlato il paziente zero italiano, il medico di Emergency Fabrizio Pulvirenti. “Dopo i primi giorni in cui cercavo di analizzare ogni sintomo, c’è stato un momento in cui si è spenta la luce della coscienza e non ricordo nulla: il medico ha lasciato il posto al paziente”, queste le prime parole di Pulvirenti. Il medico di Emergency  ha ricordato il rapporto di affetto che si è creato con i suoi colleghi che lo hanno curato e ha ringraziato tutti: “Quello che è stato fatto per me credo sia stato davvero grande”. Il medico ha ribadito anche la sua intenzione di ritornare in Sierra Leone.

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