“È stato un onore”. Il saluto all’ex brigatista Ferrari di un leader dei No green pass
“È stato un onore”. Uno dei leader della protesta milanese No green pass saluta così l’ex brigatista Paolo Maurizio Ferrari, che sabato scorso ha partecipato al 16esimo corteo organizzato contro il certificato verde. Fanpage.it ha filmato l’incontro tra i due, che avviene a circa metà manifestazione, in un momento di stallo all’altezza di corso XXII Marzo, quando il corteo aveva già violato diverse volte il percorso concordato con la questura.
L’uomo ripreso, che risulta denunciato dalla Digos per manifestazione non autorizzata, è stato avvistato in testa ai cortei dal principio delle iniziative No green pass ed è proprio lui ad aver rivendicato alle telecamere la sua presenza in piazza quando il movimento era composto da poche decine di persone. È sempre lui, assieme ad altri “veterani”, a guidare la marcia anticipando lo striscione del giorno, ogni volta presente tra il fronte dei manifestanti e quello composto da polizia e giornalisti. Lo conferma anche a Ferrari, dicendogli “io tutti i sabati sono qua, sono sempre in testa”.
Lo scambio con l’ex BR, che non si è mai dissociato dalla lotta armata, ha toni di deferenza. L’uomo gli confida con entusiasmo di sapere tutto di lui e di avere tante domande da rivolgergli. “Dicevo a lei (indicando un’altra manifestante, ndr), ho avuto un pezzo di storia che ho studiato sui libri, l’ho avuto di fianco, ca…o non lo sapevo”. E ancora: “Mi racconterai un giorno tante cose, ho tante domande da farti, non hai idea. È stato un onore averti qui”.
La conversazione prosegue per pochi minuti, durante i quali i due si danno un vago appuntamento per sabato prossimo in un bar di piazza Fontana, poco prima della partenza del prossimo corteo.
Le diverse anime del corteo
La presenza di Ferrari era stata già segnalata nelle settimane scorse e aveva destato molta curiosità tra cronisti e investigatori, soprattutto perché (almeno nel caso della manifestazione del 23 ottobre) era a pochi metri di distanza da un gruppo di esponenti di Do.Ra, gruppo neonazista di Varese. Una vicinanza fisica durante la marcia che non riflette la distanza ideologica ma che sintetizza la varietà delle anime che compongono il movimento No green pass.