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E’ sempre colpa della donna, perfino quando muore

Le vittime in Italia sono 35 nei primi mesi del 2013. Eppure, prima degli omicidi, ci sono denunce che arrivano a sentenza dopo ben 6 anni e che solo nel 20% dei casi condannano lo stalker all’allontanamento o all’isolamento. Persiste quel pregiudizio secondo cui, in fondo, è sempre colpa della donna.
A cura di Antonio Menna
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Sono già 35 le donne uccise nel 2013 in Italia. Spesso sono giovanissime. Ragazze ammazzate per lo più da uomini che non accettano il rifiuto. Il delitto è spesso anticipato da una lunga persecuzione. Il 15 % di questi assassini è stato in precedenza denunciato per stalking. Tre donne su 10 ritirano, poi, la denuncia. Per stanchezza, vergogna, per chiudere quella guerra sfiancante. Meno del 20 % dei denunciati per stalking vengono allontanati o isolati. Ci vogliono almeno 6 anni per vedere uno stalker condannato, e quasi mai finisce in galera. Quando ci scappa il delitto tutti aprono gli occhi all’improvviso. Quel gesto, però, è tutt’altro che un raptus. Si compie in un attimo ma si forma nei mesi. Se ascoltassimo la donna perseguitata, e isolassimo l’uomo violento, potremmo salvare molte vite. Invece lo stalker gode sempre di grandi, sorprendenti, complicità. Compiacenze, ammiccamenti, minimizzazioni. La colpa, in fondo, dalle nostre parti, è sempre della donna. Perfino quando muore.

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Antonio Menna, giornalista, scrittore autore tra gli altri del libro "Se Steve Jobs fosse nato a Napoli".
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