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Covid 19

È pronto per la sperimentazione il primo farmaco per neutralizzare il coronavirus

Un gruppo di ricercatori dell’Università olandese di Utrecht ha messo a punto il primo farmaco per aggredire e neutralizzare il coronavirus. Si tratta di un anticorpo monoclonale in grado di riconoscere la proteina sfruttata dall’infezione per colpire le cellule umane.
A cura di Marco Paretti
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Il gruppo di ricercatori dell'Università olandese di Utrecht guidato da Chunyan Wang ha messo a punto il primo farmaco per aggredire e neutralizzare il coronavirus. Si tratta di un anticorpo monoclonale in grado di riconoscere la proteina sfruttata dall'infezione per colpire le cellule umane e che, una volta legato ad essa, è in grado di impedire al virus di "agganciare" le cellule respiratorie e di conseguenza penetrarle e riprodursi. Lo studio è stato pubblicato sul sito BioRxiv e rappresenta sicuramente un grosso passo avanti per la lotta al coronavirus, che però non è vicina alla fine: ci vorranno comunque mesi per poterlo sperimentare sull'uomo.

Il funzionamento dell'anticorpo sfruttato da questo farmaco, però, è promettente: legandosi alla proteina Spike, presente sulla superficie del coronavirus, è in grado di evitare che il virus possa infettare le cellule umane impedendo quindi sia l'infezione che la riproduzione. Una scoperta che ha spinto i ricercatori a definire questo anticorpo come una strategia fondamentale "per il trattamento e la prevenzione della Covid-19", cioè l'infezione generata dal virus SARS-CoV-2 che in queste settimane sta dilagando in tutto il mondo ed è ora ufficialmente riconosciuta come pandemia.

I ricercatori responsabili di questa scoperta erano già al lavoro su un anticorpo contro la SARS, che si è poi rivelato utile anche per contrastare l'aggressività del nuovo coronavirus. L'origine delle due infezioni è d'altronde simile – entrambi provengono dai pipistrelli – e, sebbene la SARS fosse più aggressiva e mortale, possono essere trattate con strategie simili. Ora il farmaco dovrà superare ulteriori test molto rigorosi prima di poter passare alla fase successiva: la produzione da parte di una compagnia farmaceutica e il test sull'uomo. I ricercatori sono fiduciosi e pensano che lo sviluppo di questa soluzione sarebbe più rapida di un vaccino.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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