E’ morto Pietro Mennea (VIDEO/FOTO)
Un lungo applauso ha accolto la salma di Mennea all'interno della camera ardente allestita nel Salone d'Onore del Coni. Particolarmente commosso Franco Carraro, membro del Cio, che non è riuscito a trattenere le lacrime abbracciando la moglie dell'ex campione olimpico. La salma dell'ex velocista azzurro è giunta nel palazzo H del Coni con circa un'ora di ritardo rispetto all'orario previsto per l'apertura della camera ardente. Ad attenderla, oltre al presidente del Coni, Giovanni Malagò, il numero uno della Fidal, Alfio Giomi, i presidenti federali Gianfranco Ravà (cronometristi) e Francesco Purromuto (pallamano) e l'altro membro del Cio Mario Pescante. Presenti anche l'ex campione mondiale di calcio, Dino Zoff, l'ex oro olimpico del pugilato, Nino Benvenuti, e l'ex calciatore, Francesco Rocca.
Il saluto: lassù correrai. "Ci ha regalato un sogno, era doveroso venirlo a salutare". In coda per rendere omaggio alla camera ardente di Pietro Mennea non ci sono solo i campioni: tanta gente comune, qualcuno con i fiori in mano, altri che lasciano un pensiero per l'olimpionico scomparso ieri. Tra le dediche molti i "grazie" per il "riscatto della gente del Sud".
Il decesso. E' morto giovedì mattina (22 marzo) in una clinica a Roma, all'età di 61 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei 200 metri. Da tempo lottava con un male incurabile. E' stato un ex atleta, suo anche l'impegno in politica e nel mondo dell'associazionismo (nel 2006 ha dato vita insieme alla moglie Manuela Olivieri alla "Fondazione Pietro Mennea"). Olimpionico (oro nei 200 metri a Mosca 1980) e detentore del primato mondiale dei 200 metri piani (stabilito alle Universiadi di Città del Messico con il tempo di 19″72) dal 1979 al 1996, era conosciuto anche con il soprannome di Freccia del Sud. L'oro ottenuto in Unione Soivetica spicca in bacheca assieme ai 4 titoli europei, a 1 argento e 1 bronzo ai Mondiali, ma anche ad altri 2 bronzi olimpici, il primo dei quali conquistato sulla pista di Monaco di Baviera ai Giochi del 1972, nella gara vinta dal sovietico Borzov. Cinque le edizioni dei Giochi a cui ha partecipato, l'ultima a Seul nel 1988, sempre nei 200 metri, dove si ritirò dopo aver superato il primo turno delle batterie. E' stato uno dei simboli dello sport italiano: detiene i primati nei 100, 200 metri e nella staffetta 4×200. Nel marzo del 2012 la città di Londra, nell'ambito delle iniziative connesse ai Giochi olimpici in Inghilterra del 2012, dedicò all'ex campione barlettano una stazione della Metropolitana.
Un primato lungo 17 anni. Il 12 settembre del 1979, in occasione della finale dei 200 metri alle Universiadi di Città del Messico, è nella leggenda. Quel giorno coprì i 200 metri alla velocità della luce: record mondiale e medaglia d'oro al collo. Ci vollero invece ben 17 anni perchè l'impresa di togliere a Mennea il record mondiale riuscisse a un afro-americano, Michael Johnson, il 23 giugno del 1996. E' tutt'ora primato europeo, dopo quasi 34 anni. La gara dei 200 metri è quella che, storicamente e statisticamente, fornisce le migliori prestazioni sulla velocità pura. Per questo Pietro Mennea è stato considerato l'uomo più veloce del creato, potendo vantare una media, sulla distanza, di 36,51 km/h.
La tristezza della Simeoni. "Sono veramente molto triste… Caro Pietro… Ti abbraccio!". Questo il messaggio che Sara Simeoni, grande campionessa del salto in alto, lascia sulla sua bacheca facebook dopo la scomparsa di Pietro Mennea, suo compagno di nazionale alle Olimpiadi di Mosca '80, dove entrambi vinsero la medaglia d'oro nelle loro specialità.