È morto Folco Quilici, pluripremiato documentarista e scrittore
Folco Quilici è morto questa mattina, 24 febbraio 2018, nell'ospedale di Orvieto. Divulgatore, scrittore, autore di documentari, Quilici, nel corso dei sui 87 anni (ne avrebbe compiuti 88 il 9 aprile) ha girato il mondo soprattutto per realizzare film-documentari subacquei. Nato a Ferrara dal giornalista Nello Quilici e dalla pittrice Emma Buzzacchi, Folco cresce alimentando la sua passione cineamatoriale, fino a specializzarsi in riprese sottomarine. È in questo settore che la sua fama crescerà non solo in Italia, ma anche all'estero. I suoi lavori vengono premiati più volte (tra cui Orso d'argento per il miglior documentario al Festival di Berlino 1957 con Ultimo Paradiso e David di Donatello per la regia nel 1972 per Oceano) e nel 1971 arriva addirittura alla candidatura all'Oscar grazie al documentario "Toscana" per la serie "L'Italia vista dal cielo", girata tra il 1966 e il 1971. Il Presidente della Repubblica Pertini gli conferì nel 1983 la “Medaglia D’Oro” per meriti culturali.
Tra i riconoscimenti più recenti va ricordato quello di Forbes, la cui rivista nel 2006 vide in Quilici una delle cento firme più influenti del mondo grazie alle sue riprese e ai suoi libri sull'ambiente. A proposito della tutela dell'ecosistema, in una recente intervista aveva spiegato il motivo per cui aveva viaggiato e documentato tanto: "per dare un'emozione a chi quelle cose le ha sempre sognate senza averle mai viste. Parlo degli anni Cinquanta e Sessanta. Oggi ci interessa meno il meraviglioso, l'inedito, l'irraggiungibile. Pretendiamo però di salvare il pianeta. Comodamente seduti in poltrona". È stato i soci fondatori dell’H.D.S. (Historical Diving Society) e dell’Associazione ambientalistica Marevivo. Quilici ha pubblicato oltre 20 libri dal 1975 al 2016, dimostrando il proprio talento e la propria passione sia attraverso la saggistica che la narrativa.
Franceschini: “Un pioniere, sempre avanti rispetto agli altri”
“Con Folco Quilici se ne va una delle figure più importanti del giornalismo, del documentarismo e della cultura italiana – così il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini -. Un pioniere in tutti i progetti che ha avviato, sempre anni avanti rispetto agli altri, un italiano innamorato del proprio paese e un ferrarese innamorato della propria terra in cui era l'erede della grande tradizione giornalistica del padre Nello”. “Ci mancherà – così ancora Franceschini – ma i suoi lavori resteranno per sempre come guida e insegnamento per le giovani generazioni”.